
di Leo Beneduci_ Il sistema penitenziario biellese rappresenta oggi l’emblema di un motore dipartimentale che “batte in testa” e, in evidente avaria, si ingrippa per un nonnulla. Tra l’altro, al pari della casa madre, quella biellese è un’automobile che consuma carburante in eccesso senza produrre la potenza ed efficienza attese, tant’è che da tempo assistiamo a un dispendio di risorse che non genera vantaggi istituzionali.
I consumi sono più che allarmanti: missioni forfettarie pagate a peso d’oro e ancora in corso, tre comandanti che si sono avvicendati sempre in regime forfettario, talvolta oltrepassando il limite degli otto mesi consentiti. Uno di questi ha persino ricevuto una promozione per “meriti eccezionali”, come se la vite di un ingranaggio difettoso possa essere riciclata ancora e ancora per meccanismi più complessi.
Ed infatti, nonostante il continuo rifornimento di carburante amministrativo, il motore biellese continua a singhiozzare. I pistoni dell’efficienza sembrano bloccati, la trasmissione della sicurezza appare compromessa, e l’unico sistema che funziona a pieno regime è quello degli eventi critici, che si susseguono con inquietante regolarità.
In questo disastro ciò che colpisce è la dissonanza tra il consumo eccessivo di risorse e la scarsa resa operativa. Un motore che, nonostante i continui interventi di manutenzione straordinaria,
lascia per strada una scia di inefficienza e di problematiche irrisolte in cui, come capita nell’Italia penitenziaria, sono i più deboli e non i veri responsabili a pagare in prima persona le conseguenze del dissesto.
Ciò, ovviamente, permarrà fino a quando le scelte di politica penitenziaria saranno affidate a dilettanti ed in Parlamento continueranno a considerare secondari ed irrilevanti i problemi ed il personale delle carceri.
Un abbraccio come mille abbracci.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP