“Le dichiarazioni che riguardano il Consigliere Sebastiano Ardita sono palesemente calunniose”. A parlare è Nino Di Matteo, il primo a prendere le parti di Sebastiano Ardita.
Quello che accade in questo Paese è sempre più grave. Un Paese in cui un uomo, un magistrato – Sebastiano Ardita – è quasi costretto a giustificarsi per le (“palesi” e “calunniose”) dichiarazioni contenute in verbali inviati in giro.
In Sicilia si direbbe: trattasi di mascariamento. Cioè sporcare, imbrattare (mascariare, appunto) l’immagine di una persona per screditarne l’impegno. Ed allora bisogna leggere le parole di Ardita che – oggi – sulle colonne del Fatto afferma:
“Ritengo che si sia tentato di colpirmi perché in tutti gli incarichi istituzionali che ho ricoperto, compreso quello attuale, mi sono battuto perché non ci fossero santuari inviolabili”.
Santuari inviolabili.
Attendiamo le indagini per comprendere l’esistenza, le reali responsabilità e gli appartenenti alla “loggia Ungheria”, per evitare di calunniare magistrati come Ardita.
Lo dico da tempo, si cerca di mettere in luce il dito (le “palesi” e “calunniose” dichiarazioni) per nascondere la luna (l’impegno – passato, presente e futuro – del magistrato). Ma quanta sofferenza per chi cerca di fare soltanto il proprio dovere, quando tanti altri lo sacrificano sull’altare della convenienza personale.
Fonte: antimafiaduemila.com – Paolo Borrometi