Ma a gestire in modo irregolare gli appalti sarebbe stata l‘ex vice direttrice del carcere Mariangela Cirigliano, per la quale il sostituto procuratore Assunta Tillo ha richiesto una misura cautelare, che il gip Gelsomina Palmieri ha respinto, ritenendo i fatti lontani nel tempo.
L’indagine risale infatti a vicende avvenute tra il 2015 e il 2017, quando, secondo l’accusa, Cirigliano avrebbe preteso dall’amministratore di un’associazione 9mila euro per progetti rieducativi destinati ai detenuti. Soldi che sarebbero poi stati trasferiti a un impiegato.
Altri episodi sarebbero avvenuti anche tra il 2015 e il 2019, per progetti e lavori di manutenzione, affidati a quattro ditte, sempre dietro il pagamento di tangenti.
Infine Cirigliano, dopo aver appreso dell’inchiesta, avrebbe evitato di trasmettere la documentazione in suo possesso alla polizia giudiziaria che indagava sul suo conto. E’ accusata di corruzione, truffa e di aver intralciato le indagini.
Nei confronti dei due assistenti capo della polizia penitenziaria Biagio Tangredi e Gennaro Cicala, e dell’infermiere Giuseppe Meoli, gli inquirenti sanniti avevano chiesto una misura cautelare di sospensione dal servizio per 6 mesi. Avrebbero trasmesso all’Asl di Benevento prescrizioni per analisi cliniche gratuite per conto di due detenuti. Sono accusati di truffa.
Altre nove persone, tra le quali alcuni imprenditori, sono indagati per concorso in truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture.
Il 3 marzo prossimo il tribunale del Riesame si pronuncerà sul ricorso che il pm Tillo ha presentato contro la decisione del gip Palmieri di rigettare la richiesta di misure cautelari nei confronti degli indagati.