Secondo l’accusa, la consulenza avrebbe influito negativamente sulla scarcerazione del detenuto per incompatibilità con il regime carcerario.
Un’infermiera, accusata di aver fatto sparire il certificato medico relativo ad un detenuto, finisce sotto processo assieme a lui. Il gup Giulia Proto, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio: G.P., 54enne di Monteroni e A.C. originario di Taranto, ma attualmente detenuto nel carcere di Lecce.
Dovranno presentarsi nei prossimi mesi dinanzi al giudice monocratico per l’inizio del processo. Entrambi rispondono dell’ipotesi di reato di soppressione, distruzione e occultamento di atti veri. L’infermiera è difesa dall’avvocato Luigi Rella. Il detenuto, invece, è assistito dall’avvocato Lorenza Preite. I due legali potranno dimostrare l’estraneità alle accuse nel corso del dibattimento.
Le indagini presero il via dopo una denuncia, a seguito della quale venne inviata in Procura un’informativa della polizia penitenziaria. I fatti si sarebbero verificati nel mese di luglio del 2019. Secondo il pm Donatella Palumbo, l’infermiera, in servizio presso il carcere di Borgo San Nicola, avrebbe occultato la consulenza medica specialistica dell’Ospedale Civile di Tricase, relativa al detenuto A.C.
Il motivo? Per avvantaggiarlo, poiché la consulenza avrebbe influito negativamente sulla scarcerazione del detenuto per incompatibilità con il regime carcerario.
Fonte: leccenews24.it
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