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Insostenibile la situazione delle carceri italiane. C’è speranza per il Molise?

“Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri”, diceva Voltaire. Sono vari i dati che descrivono la situazione nelle carceri italiane e, da anni, tutti gli organi di informazioni parlano di sovraffollamento e cattive condizioni constate sia a livello organizzativo che di igiene e salute mentale.

In particolare, i riflettori si sono accesi dopo gli ultimi casi di violenza avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Se prendiamo in considerazione i dati reperibili sul sito del Ministero della Giustizia, aggiornati al 31 marzo 2021, si nota che l’affollamento delle carceri è una condizione che riguarda tutte le regioni, ad eccezioni di alcune come si nota dai dati riportati nella seguente tabella:

Regione
di
detenzione
Numero
Istituti
Capienza
Regolamentare
(*)
Detenuti
Presenti
di cui
Stranieri
Detenuti presenti
in semilibertà (**)
Totale Donne Totale Stranieri
ABRUZZO 8 1.658 1.638 50 285 14 3
BASILICATA 3 401 395 0 43 1 0
CALABRIA 12 2.704 2.543 58 446 27 0
SARDEGNA 10 2.609 2.020 32 461 32 0
SICILIA 23 6.447 5.755 196 1.002 92 4
TOSCANA 16 3.097 3.094 91 1.503 85 26
TRENTINO ALTO ADIGE 2 498 396 20 243 5 4
UMBRIA 4 1.324 1.287 44 380 4 0
VALLE D’AOSTA 1 177 172 0 104 1 0

Le altre regioni riportano dei dati che superano la soglia della capienza regolamentare ed hanno un maggior numero di detenuti presenti, anche il Molise con una somma di 343 detenuti per una capienza regolamentare di 271:

Regione
di
detenzione
Numero
Istituti
Capienza
Regolamentare
(*)
Detenuti
Presenti
di cui
Stranieri
Detenuti presenti
in semilibertà (**)
Totale Donne Totale Stranieri
CAMPANIA 15 6.085 6.458 319 862 152 0
EMILIA ROMAGNA 10 2.992 3.276 142 1.532 57 12
FRIULI VENEZIA GIULIA 5 467 639 22 271 12 5
LAZIO 14 5.230 5.644 372 2.135 44 3
LIGURIA 6 1.120 1.309 69 704 22 10
LOMBARDIA 18 6.146 7.751 366 3.476 79 15
MARCHE 6 846 830 17 302 19 4
MOLISE 3 271 343 0 98 7 1
PIEMONTE 13 3.918 4.144 139 1.584 70 20
PUGLIA 11 2.882 3.543 176 501 76 1
VENETO 9 1.907 2.272 126 1.199 24 5

I posti sono calcolati sulla base del criterio di 9 mq per singolo detenuto + 5 mq per gli altri, lo stesso per cui in Italia viene concessa l’abitabilità alle abitazioni, più favorevole rispetto ai 6 mq + 4 stabiliti dal CPT + servizi sanitari. Il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato.

Oltre ai dati pervenuti dal Ministero della Giustizia, sono disponibili i dati dell’Associazione Antigone per i diritti e le garanzie nel sistema penale.

Dall’ultimo rapporto si legge che “il tasso di affollamento è oggi pari al 106,2%. Posto però che la stessa amministrazione penitenziaria riconosce formalmente che il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato”, e che presumibilmente i reparti chiusi riguarderebbero circa 4 mila posti, il tasso di affollamento effettivo, seppur non ufficiale, va a raggiungere il 115%”.

Oltre al direttore e al vicedirettore, gli operatori che lavorano nelle carceri riguardano il personale di Polizia penitenziaria, gli educatori, psicologi, criminologi, mediatori culturali. Tutte figure estremamente importanti che aiutano nella gestione degli istituti penitenziari e rispondo a compiti di sicurezza e ordine, ma anche organizzazione delle attività utili agli operatori per tracciare un quadro generale della condizione psicologica dei detenuti, in base alla quale scegliere le modalità di aiuto e difesa.

Su un organico di 37.181 unità, ad oggi sono 32.545 gli agenti di polizia penitenziaria realmente operativi. La differenza fra personale previsto e personale effettivamente presente è pari al 12,5%: leggermente in aumento rispetto al 12,3% rilevato nel precedente rapporto (2019)” si legge dal rapporto Antigone, […] “inoltre a febbraio 2021, 147 carceri avevano un direttore titolare e 31 un direttore reggente. Per i restanti 12 non viene indicata la tipologia di incarico. A prescindere dalla natura del mandato, definitivo o temporaneo, sono numerosi i casi in cui un unico dirigente è a capo di più di un istituto. L’attesa di un “cambio generazionale” tra i direttori è destinata ad allungarsi ancora”. Incrociando i dati di sovraffollamento con quelli relativi ai casi di autolesionismo (oltre ai dati di suicidio di persone tra i 36 e i 40 anni), si evidenzia un alto tasso di casi di autolesionismo, superiori alla media nazionale pari circa al 120%. Altro elemento interessante è la bassa presenza di psicologi e psichiatri all’interno di alcuni istituti nei quali il tasso di autolesionismo è alto, corrispondente a un ridotto numero di ore settimanali degli psicologi (17 ore settimanali ogni 100 persone) e psichiatri (9 ore settimanali ogni 100 persone).

Dai dati riguardante il numero di detenuti si che dalle regioni più povere del sud provengono la maggior parte dei detenuti, i numeri dimostrano quanto la condizione sociale possa influire nel destino di molti cittadini.

In questo senso il Molise registra un’eccezione: il numero di detenuti molisani è di 3,42 ogni 10.000 abitanti, in confronto a Calabria (19,2), Campania (15,7), Sicilia (13,98), Puglia (11,2) e Basilicata (4,9).

Lo scorso 5 giugno a intervenire sul tema è stato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Andrea Greco: “La situazione delle carceri molisane e abruzzesi è al collasso. Mancano 250 unità lavorative e questo, senza ombra di dubbio, pone dei serissimi problemi non solo organizzativiQuando parliamo di personale penitenziario – ha aggiunto – parliamo di uomini e donne che svolgono un lavoro oltremodo usurante, anche e soprattutto dal punto di vista psicologico. Le istituzioni ad ogni livello devono occuparsi senza indugio di questa questione. In Abruzzo si sono mossi i primi passi, porteremo anche in Molise la questione all’attenzione del Consiglio regionale”.

 

 

Fonte: cblive.it

 

Redazione OSAPPoggi

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