
di Leo Beneduci_ Come l’OSAPP ha sempre sostenuto, bastava avere pazienza anche nel caso delle forfettarie, esattamente come è accaduto per i protocolli operativi, il carcere fantasma in Albania, il fentanyl, il regolamento di servizio, le due direzioni generali, i procedimenti disciplinari a carico del personale, Avellino, la chiusura dei detenuti dell’alta sicurezza, i negoziatori etc. etc.….. Le nostre osservazioni puntuali sul dilettantismo di piano terra e la consulenze offerte al Capo del DAP f.f. stanno trovando conferma. I nodi delle indennità forfettarie ora vengono al pettine, rivelando un sistema di spesa pubblica di cui l’Ufficio del Bilancio del Dap su richiesta dell’OSAPP ha ammesso di non essere in grado “…..di fornire informazioni al riguardo”. L’indennità di missione forfettaria rappresenta un costo significativo per le casse dello Stato: 110 euro al giorno per 240 giorni, totalizzando 26.400 euro in otto mesi, oltre allo stipendio e alle sessanta ore di straordinario per ogni singolo beneficiario. Questa cifra, moltiplicata per i numerosi “favoriti della sorte”, genera un costo pubblico esorbitante. In alcuni casi documentati e segnalati dall’OSAPP ai competenti organi ed autorità, il direttore generale del personale avrebbe persino consentito lo sforamento di questi limiti attraverso uno stratagemma: gli interessati avrebbero richiesto di rimanere in servizio senza oneri per due mesi, per poi essere reintegrati nel regime di indennità forfettaria. Il caso di Biella risulta emblematico di questo sistema. L’istituto, guarda caso situato nel circondario elettorale del sottosegretario alla giustizia, sta vivendo la sua terza stagione di quello che ora prospetta come un flusso migratorio dalla Calabria al Piemonte. È rilevante osservare come, quando Biella ospitava solo 310/320 detenuti (contro gli attuali 550), si registrassero pochi eventi critici, tranne le sortite sui tetto di qualche ristretto, tanto che il direttore e il comandante in missione ricevettero promozioni significative: il primo a primo dirigente e il secondo alla più alta carica amministrativa, dirigente generale. Ci si chiede se sarebbero stati così bravi e capaci con gli attuali 550 detenuti, considerando che oggi, nonostante l’aumento del personale in costosa forfettaria, gli eventi critici appaiono in crescita, certamente a causa dell’incremento della popolazione detenuta che riporta Biella nella “normalità” penitenziaria. Situazioni analoghe si verificano a Trento, Prato e al Beccaria di Milano. I comandanti assegnati a queste strutture si trovano ora a dover scegliere tra diverse opzioni, tutte controproducenti per l’amministrazione: lasciare l’incarico dopo aver percepito l’indennità di 110 euro al giorno; accettare trasferimenti in sedi dove i predecessori disponevano di alloggi di servizio (sollevando interrogativi sulla scelta della costosa formula forfettaria per i primi otto mesi); gestire l’accumulo di riposi compensativi difficilmente fruibili durante la missione non monitorato da piano terra che consulta il GusWeb per altre finalità; o finire nel limbo del personale “a disposizione” della CMO. Rimane da chiedersi perché strutture come Avellino, Salerno, Perugia, Sollicciano, Terni, Torino, Carinola Rieti e Cuneo tanto per citarne alcune non ricevano lo stesso trattamento in termini di personale in missione forfettaria. L’amministrazione del Dipartimento, più che rispondere a criteri di efficienza, sembra seguire logiche di influenza territoriale che gravano pesantemente sulle casse pubbliche. Quando il timer segnerà zero, chi pagherà il conto di questa partita? La risposta è evidente: tutti noi contribuenti e i colleghi di trincea.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP