Non cerchiamo il classico pelo nell’uovo, eppure qualche dubbio ci è venuto ad ascoltare il Ministro della Giustizia Carlo Nordio, nella conferenza stampa del Governo di ieri, mentre citava l’Arma dei Carabinieri durante l’illustrazione del provvedimento che introduce, a partire dal 2026, i test psicoattitudinali tra le prove per l’accesso alla professione di magistrato.
Ha sostenuto, infatti, il Guardasigilli, a ragione riteniamo, che se per l’accesso ai ruoli delle Forze di Polizia è anche previsto il superamento di test psicoattitudinali, altrettanto deve essere per chi della Polizia Giudiziaria diviene capo e dispone, ovvero il Pubblico Ministero – Autorità Giudiziaria, per l’appunto.
Ma il dott. Nordio, nel citare chi tra le Forze di Polizia viene sottoposto a test psicoattitudinali particolarmente impegnativi, prima di assumere le funzioni di ufficiale e di agente di Polizia Giudiziaria alle dirette dipendenze del PM, ha indicato i Carabinieri che tali funzioni svolgono egregiamente da sempre.
Ovviamente, non soffriamo di sensi di inferiorità nei confronti di chicchessia, ma anche i Poliziotti penitenziari, prima di assumere le attribuzioni proprie del Corpo, tra cui ed in maniera altrettanto legittima anche quelle di Polizia Giudiziaria, sono sottoposti alle identiche e particolarmente temute selezioni psicoattitudinali.
Certo, è probabile che il Ministro della Giustizia a Venezia, nella lunga carriera di magistrato abbia diretto ed utilizzato nelle indagini, innumerevoli volte, appartenenti all’Arma dei Carabinieri e mai appartenenti alla Polizia penitenziaria, ma adesso è lui il principale superiore gerarchico del Corpo e, allora, perché dimenticarsene anche in occasioni, quali quella di ieri , in cui una opportuna citazione poteva fare la differenza nelle opinioni correnti e soprattutto rispetto agli abusati luoghi comuni di giornali e televisione?
Un fraterno saluto a tutti.
LEO BENEDUCI – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria