‘Riprogettare’ alcuni spazi del carcere milanese di San Vittore con idee e progetti chiesti attraverso un concorso. E’ l’iniziativa lanciata dalla Triennale Milano e dalla Casa Circondariale per dare “spazio alla bellezza” e rivolta a progettisti, architetti, designer, urbanisti e ingegneri “con l’obiettivo di promuovere una nuova concezione di casa circondariale” per “cambiarne la percezione e migliorarne la funzionalità”.
In parallelo al concorso di idee, grazie al coinvolgimento di Fondazione Maimeri e con il supporto di Shifton e dell’Associazione Amici della Nave, viene sviluppata una ricerca sul campo per individuare i bisogni di chi nel carcere vive e lavora quotidianamente, ma anche le esigenze della Casa Circondariale e dell’intera cittadinanza.
La scadenza per la presentazione delle candidature è lunedì 18 gennaio 2021 alle ore 12.00. Sono ammessi al concorso lavori individuali o di gruppo, purché il singolo partecipante o almeno il 50% dei componenti del raggruppamento tra cui il capogruppo abbia un’età compresa entro i 40 anni.
Altra condizione richiesta dal bando è che il 50% dei componenti del gruppo, tra cui il capogruppo, sia iscritto all’Albo professionale di riferimento (architetti o ingegneri) di Milano e provincia.
“Triennale sta portando avanti in modo sistematico collaborazioni con diverse realtà del territorio cittadino, accogliendo iniziative culturali con cui condivide obiettivi e progettualità per essere sempre di più un luogo inclusivo, sensibile alle urgenze del contemporaneo”, commenta Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano. “Il dialogo tra Triennale e la Casa Circondariale Francesco di Cataldo – San Vittore è sempre più intenso e proficuo. Le nostre due realtà si trovano a poche centinaia di metri l’una dall’altra, ma la distanza tra loro è enorme”.
“Questa nuova concezione di casa circondariale – è il parere di Giacinto Siciliano, Direttore di San Vittore – ha l’obiettivo di cambiare la percezione di questo luogo e innescare un nuovo circolo virtuoso in grado di far ripartire un pensiero positivo iniziando dalla bellezza degli spazi che lo ospitano. La casa circondariale può e vuole diventare un riferimento di eccellenza in grado di trasformare la reclusione in un’opportunità di crescita grazie all’apertura verso l’esterno e a un cambiamento guidato da un pensiero complessivo sulla consapevolezza che la bellezza possa suscitare spontanee sensazioni piacevoli, provocare suggestioni ed emozioni positive e generare un senso di riflessione costruttiva”.
Fonte: agi.it