“Anni fa eravamo in 123 con lo stesso numero di detenuti, mentre oggi siamo in 46; di piano ferie pasquali neanche nei migliori sogni, persino il riposo settimanale sta diventando un miraggio e molti reagiscono…ammalandosi per lo stress.” è un collega del Padiglione B del carcere ‘Lo Russo e Cutugno’ di Torino a parlare “ma la stessa cosa vale per i Padiglioni A e C, qui fra un po’ salta tutto.” aggiunge.
Non è diverso per molte carceri del Piemonte e non solo del Piemonte, a Santa Maria Capua Vetere il Personale di Polizia ha appena sospeso l’autoconsegna di protesta intrapresa perché manca circa il 30% dell’organico in cui, inverosimile, l’Amministrazione considera tuttora presenti coloro che sono sospesi a seguito dei fatti del 6 aprile 2020;
in Sicilia, a Siracusa, il 30% del personale che manca è sopperito mediante servizi di missione a forfait dalle sedi vicine ma a Roma, al DAP(Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), se qualcuno chiede di essere distaccato, a proprie spese a Siracusa, glielo negano perché la mano destra penitenziaria spesso non conosce e non sa della mano sinistra.
A Torino mancano persino direttore e comandante titolari, come per Biella, Ivrea e Vercelli e nella ‘vicina’ Aosta addirittura da 8 anni (sic!);
in altre sedi se c’è il comandante non c’è il direttore come ad Alba, Novara e Verbania, a Saluzzo il comandante ci sarebbe ma è distaccato al PRAP(Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria), addirittura per l’Istituto penale per Minorenni del capoluogo il direttore arriva, ogni 15 giorni (?), dal ‘vicino’ provveditorato di Bari.
Ma il Piemonte è solo la punta dell’iceberg pronto da un momento all’altro ad inabissare il Titanic penitenziario, perché lo stesso accade e persino peggiora in Toscana, in Sardegna e in Campania e probabilmente anche nelle altre, meno ‘chiacchierate’ ma altrettanto disastrate regioni.
Quanto tempo hanno impiegato al Dap (Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria) e in via Arenula a Roma (sede del Ministero della Giustizia) per raggiungere questi lusinghieri risultati?
Certo i tagli orizzontali della Madia hanno fatto la loro parte ma qualche anno è trascorso e di correttivi ce ne potevano essere, invece niente.
Nel frattempo i Sottosegretari alla Giustizia si aggirano per gli istituti penitenziari e fanno anche del bene a portare segnali di vicinanza e di partecipazione al personale, se non fosse che qualcuno di loro promette rose e fiori e persino, chissà come, che arriveranno 1.000 agenti in più (in realtà spalmati su 4 anni), che ci sarà un capo solo della Polizia penitenziaria e che presto ciascuna sede d’istituto avrà i propri direttori e comandanti titolari, forse perché anche a loro qualcuno la racconta così e, in ogni caso, se poi non accade la colpa potrà essere delle più gravi emergenze in atto, guerra in Ucraina compresa.
Mentre del vice Ministro alla Giustizia Sisto, sistemate alcune “faccenducole” del DAP, si è persa praticamente traccia, all’Annuale della Polizia penitenziaria, nel mese di marzo al Gianicolo nella Capitale, il Ministro Nordio ha apostrofato i convenuti parlando del “vostro Corpo” ed è un vero peccato che spesso non ci si renda conto che al Vertice della piramide di quel Corpo di Polizia ci sia in realtà proprio lui, il Guardasigilli, anche perché, oltre al Corpo, se glielo chiedessero i Poliziotti penitenziari l’Anima non la venderebbero a nessuno, checché ne dicano associazioni e garanti.
Di fatto ci sarebbe anche un Capo dell’Amministrazione nominato a gennaio e che però vive, nascondendosi agli occhi dei più, negli oscuri meandri del palazzo del DAP e che per adesso non ne vuole proprio sapere di uscire.
LEO BENEDUCI
Segretario Generale OSAPP – Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria