“Cosa avrebbe detto Sandro Pertini, figura emblematica della nostra Repubblica, se oggi varcasse le porte di Regina Coeli o di uno dei tanti istituti carcerari italiani? Pertini, che ha vissuto in prima persona l’esperienza del carcere e ha contribuito alla tutela della nostra Costituzione, in cui si vietano esplicitamente trattamenti inumani e degradanti dei detenuti, si troverebbe di fronte a una realtà ben diversa da quella che aveva immaginato e per cui ha lottato. Oggi, nelle nostre carceri, assistiamo a una serie di problematiche allarmanti: evasioni, suicidi, rivolte, aggressioni, incendi, pestaggi, risse, traffico di farmaci e di sostanze stupefacenti. È con profondo rammarico che constatiamo come l’attuale dirigenza, cresciuta nel solco degli ideali di Pertini, sembri aver tradito il suo pensiero e la sua sensibilità. La funzione rieducativa del carcere, sancita dalla Costituzione, è stata mortificata, ridotta alla mera custodia che spesso si rivela inefficace e controproducente” è quanto afferma in una nota il dott. Leo Beneduci – Segretario Generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria). “La custodia cautelare, in particolare, si dimostra sempre più inadeguata: gli imputati in carcere hanno paradossalmente maggiori occasioni di contatto con l’esterno rispetto a chi si trova agli arresti domiciliari, dove i controlli vengono effettuati da altre forze di polizia adeguatamente attrezzate e tutelate dalle loro amministrazioni”, prosegue il leader dell’OSAPP. “Inoltre, il tasso di recidiva tra coloro che scontano una pena detentiva rimane allarmante, a testimonianza del fallimento del sistema nel suo obiettivo di rieducazione e reinserimento sociale. È tempo di una profonda riflessione e di un’azione decisa per riformare il sistema carcerario italiano, riportandolo in linea con i principi costituzionali e con la visione di figure come Sandro Pertini. Solo così potremo onorare veramente la memoria di chi ha lottato per un sistema di giustizia più umano ed efficace”.