Tra il 2020 e il 2021 negli istituti penitenziari liguri ci sono stati circa 470 casi di autolesionismo e 47 tentati suicidi (dati Antigone). Il 3 ottobre 2021 un detenuto di Sanremo in isolamento si è prodotto gravissime ustioni e ferite mettendo volontariamente le mani sulle fiamme del fornello, e a causa della gravità delle lesioni che si è procurato, gli hanno dovuto amputare una mano e parte dell’altra. Il tasso di suicidi in Italia dal 2010 al 2020 è passato da 8,1 a 11 ogni 10mila detenuti. Una situazione aggravata dalla pandemia e dal sovraffollamento delle carceri. Nell’istituto di Pontedecimo, ad esempio, il tasso di affollamento supera il 155% e ed al decimo posto tra le venti carceri più affollate in Italia, mentre Imperia è tra i primi cinque istituti penitenziari dove avvengono più casi di autolesionismo (dati dal rapporto Antigone).
“E’ indispensabile e urgente garantire e incrementare la presenza di operatori per l’assistenza sanitaria psichiatrica presso gli istituti penitenziari della Regione. C’è una carenza di psichiatri che prestano servizio in carcere: tra Imperia e Sanremo, ad esempio, c’è un unico medico psichiatra che si divide tra i due penitenziari, ed è presente alternativamente una mattina a settimana, dalle 8 alle 14, in uno e due nello stesso orario nell’altro, quindi facendo la media sono solo 8 ore a settimana per istituto, troppo poche”, commenta il quadro tracciato il consigliere regionale del Partito Democratico Pippo Rossetti, che presenterà domani un’interrogazione in consiglio regionale per chiedere alla giunta di attivarsi per arginare questa situazione.
“A questo – prosegue Rossetti – si aggiunge che alla chiusura degli ospedali giudiziari non è corrisposta un’apertura delle Rems (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) che li avrebbero dovuti sostituire. In Liguria ne è presente solo una a Genova, con 20 posti letto: un numero insufficiente per far fronte a tutte le richieste. Per questo serve aggiungere al più presto quella di Calice a Cornoviglio, che deve essere attivata, in modo tale da incrementare i luoghi in cui accogliere e curare i detenuti con disagio psichico, perché è impensabile tenerli nelle celle, senza un’assistenza mirata e su misura”.
“Bisogna costruire una rete in grado di far fronte al disagio psichico di chi è in carcere, coinvolgendo Regione, Asl, Amministrazione penitenziaria regionale ed Enti locali per sviluppare progetti di presa in carico di tutela e inserimento dei detenuti, e provvedere al più presto con la nomina il Garante dei detenuti, visto che la Liguria è l’unica Regione d’Italia a non averlo”.