Per scontare una condanna è meglio starsene in casa con i suoceri in regime di arresti domiciliari oppure in una cella del carcere dietro le sbarre assieme ad altri detenuti? Per Antony Demetrio, 41 anni, che nel novembre scorso era stato colpito da una misura cautelare a seguito di un tentativo di estorsione compiuto ai danni di un ottantenne della Lucchesia, nessun dubbio. Meglio la galera che la convivenza forzata con i suoceri a casa della coimputata compagna. Così decide di fare le valigie e recarsi alla caserma di Cortile degli Svizzeri per consegnarsi ai carabinieri e finire nel penitenziario di San Giorgio con l’accusa di evasione.
Un po’ come accade a Totò, il principe della risata, nel film del 1954 diretto da Roberto Rossellini, «Dov’è la libertà…?».
Giovedì pomeriggio i carabinieri lo vedono arrivare con le valigie e la richiesta di andare in carcere perché evaso: «Non ne posso più dei suoceri. Prima che accada qualcosa di spiacevole, preferisco cambiare aria». Alla fine però viene convinto a tornare sui suoi passi e una pattuglia della polizia lo riaccompagna a Nozzano. Ma l’opera di persuasione dura una mezza giornata. Nella notte tra giovedì e venerdì, Antony Demetrio riprende la sua valigia ed evade di nuovo. A quel punto i carabinieri, che lo individuano anche grazie al braccialetto elettronico, avvertono il sostituto procuratore Salvatore Giannino e procedono all’arresto per evasione.
È sereno e soddisfatto quando venerdì mattina si presenta nell’aula dibattimentale del tribunale Galli Tassi per l’udienza di convalida davanti al giudice Nidia Genovesi e al vice procuratore onorario Fabrizio Bartelloni. In cuor suo è certo di trascorrere un po’ di tempo in carcere, lontano dalle mura domestiche e soprattutto dai suoceri.
Fonte: iltirreno.gelocal.it