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Manifestazione al carcere di Poggioreale, il ministro Amendola: «Campagna di vaccinazione anche per il personale»

Un giorno di digiuno perchè «nessuno sia dimenticato, perchè chi ha sbagliato possa pagare non a prezzo della vita e perchè il carcere non sia un luogo oscuro e separato dalla società». Queste – in sintesi – le ragioni alla base della manifestazione organizzata dalla Pastorale carceraria della Diocesi di Napoli, presieduta da Don Franco Esposito cappellano del carcere di Poggioreale, e dal Garante campano per i detenuti Samuele Ciambriello. Un presidio, tramutatosi poi in marcia attorno le mura della casa circondariale, che ha visto la partecipazione di associazioni territoriali, rappresentanti del mondo della chiesa e dei familiari dei reclusi.

Ma non solo. Durante la giornata di solidarietà, anche il ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola ha visitato la struttura, ribadendo l’importanza della prossima vaccinazione anti-covid per gli operatori carcerari. «La condizione carceraria – ha affermato il ministro – è al centro dell’azione di questo governo. Anche in questa campagna di vaccinazione il personale sanitario e delle carceri, entrerà nelle categorie di protezione. Ecco perchè bisogna essere, soprattutto in questo momento, molto uniti e coesi in ogni settore in cui ci troviamo ad operare. Inoltre pensiamo che si debba investire nella qualità delle carceri e nella ricchezza umana che già da tempo, vediamo all’opera proprio all’interno degli istituti di pena». Qualità della vita che proprio adesso, è particolarmente attenzionata dai garanti per i detenuti Samuele Ciambriello e Pietro Ioia che chiedono attenzione sui numeri. Sono 73 infatti, i detenuti attualmente positivi in Campania. 5 a Poggioreale ed 1 esterno in ospedale, 66 a Secondigliano e 2 a Benevento. «Proprio sui numeri non bisogna minimizzare – ricorda il garante per i detenuti campani Samuele Ciambriello – perchè se sono morti 4 detenuti in regione, un agente di polizia penitenziari (a Santa Maria Capuavetere) ed un medico a Secondigliano mi chiedo cosa sia stato fatto per evitare questa situazione. Noi oggi vogliamo dire che il carcere non può essere la vendetta della giustizia e che si può coniugare la certezza della pena con la sua qualità. Ecco perchè oggi digiuneremo. Per far sentire la nostra voce insieme a quella di chi sembra averne per questa società. Anche per questo siamo felici dell’adesione alla nostra causa, dell’arcivescovo di Napoli Mons. Domenico Battaglia».

 

 

 

Fonte: ilmattino.it

Redazione OSAPPoggi

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