“È il momento in cui si rinnova il dolore e la nostalgia per le persone scomparse, ma soprattutto si rinnova il rispetto e l’ammirazione per alcune vite compiute che hanno portato fino in fondo il significato del loro esistere e lasciato tracce che tutti noi continuiamo a seguire”.
Così la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha reso omaggio ai caduti dell’Amministrazione Penitenziaria, esprimendo il significato di una cerimonia che si rinnova ogni volta con immutata solennità.
Quest’anno, finalmente, dopo le restrizioni dovute alla pandemia, si è tenuta alla presenza di tanti familiari provenienti dall’Italia e, in qualche caso, anche dall’estero, oltre che di numeroso personale del Dipartimento.
“La riconoscenza verso quanti non si sono sottratti al sacrificio estremo, motiva anche noi nel nostro presente. Davanti al loro cospetto rinnoviamo un senso di appartenenza a un Corpo che svolge un ruolo altissimo, al servizio non solo dell’Amministrazione Penitenziaria ma di tutto il Paese” ha continuato la Guardasigilli, precisando di preferire al termine ‘ricordo’ la parola ‘memoria’, proprio perché evoca qualcosa di vivo nel presente che continua nel nostro oggi”.
Il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Bernardo Petralia, nel ringraziare i familiari dei caduti presenti, i sottosegretari alla Giustizia, Anna Macina e Francesco Paolo Sisto, e il capo del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, Gemma Tuccillo, ha sottolineato l’importanza di un ritrovato momento di raccoglimento comune, fortunatamente diverso dalla cerimonia molto più raccolta dello scorso anno. “Ognuno di voi ha il proprio modo di vivere e raccontare il lutto privato” ha detto Petralia – rivolgendosi ai parenti delle vittime “ma abbiamo bisogno anche di un lutto pubblico, di un momento comunitario denso di onore e di carica emotiva da tributare a questi nostri caduti”.
All’inizio della cerimonia, dopo le note del silenzio, sono stati letti tutti i nomi dei caduti dell’Amministrazione Penitenziaria: fra loro, agenti, personale civile, magistrati e altri che, in qualche modo, hanno collaborato con l’Amministrazione. Al termine, nell’Aula Minervini, il capo Dap Petralia ha voluto incontrare i familiari presenti, ascoltando i racconti, le testimonianze di vita e le esperienze di molti di loro.
Fonte: gnewsonline.it