Stavolta è stata una segnalazione arrivata da “fonte confidenziale” ad allertare la Polizia Penitenziaria per impedire che 9 cellulari, completamente accessoriati, arrivassero nelle mani di alcuni detenuti ristretti nella casa circondariale di Matera. Sabato scorso il Comandante di reparto ha dato disposizioni al personale addetto alla sorveglianza di effettuare accurati controlli in occasione dei colloqui visivi con i familiari: una volta usciti i visitatori, la bonifica nella sala d’attesa ha portato al rinvenimento degli apparecchi telefonici, ben nascosti all’interno di un pacco sigillato lasciato nel cestino di un bagno riservato agli ospiti.
Non è la prima volta che gli agenti penitenziari del reparto di Matera trovano materiale non autorizzato nel corso delle verifiche: a metà luglio un analogo episodio aveva portato alla scoperta di 5 telefoni cellulari occultati nelle camere di pernottamento dei detenuti.
Gli interventi dei reparti si sono intensificati nelle varie fasi dell’emergenza Covid, durante e dopo il lockdown, con la Polizia Penitenziaria impegnata a contrastare una tipologia di tentativi sempre più creativi e variegati. Come i tre episodi che, in un periodo che va da giugno alla scorsa settimana, ha visto il personale in servizio nell’istituto di Avellino scoprire 25 microcellulari nascosti in un sottopentola, poi mettere in fuga un drone diretto oltre la cinta muraria, infine rinvenire 16 apparecchi in un pallone manomesso e lasciato in prossimità del carcere da un’auto fermata nella notte.
In altri casi i tentativi di far pervenire ai detenuti materiale non consentito sono stati affidati a fiancheggiatori, come nel caso di due avvocati ammessi ai colloqui con i propri assistiti. Il primo, a Siracusa, aveva recapitato hashish in vasetti di crema cosmetica affidatigli dalla convivente del recluso, che aveva concordato la consegna dopo essere entrato abusivamente in possesso di un telefono cellulare. Un secondo caso è avvenuto nel carcere di Salerno, dove un altro professionista è stato trovato in possesso di droga e di 10 telefonini dal personale di sorveglianza addetto ai colloqui tra detenuti e difensori.
Nel mese di giugno il carcere di Carinola era stato teatro di un altro tentativo, con la partecipazione di un assistente del cappellano, incaricato di seguire i reclusi ammessi ai permessi di lavoro anche al di fuori della struttura. Nell’occasione gli agenti penitenziari del reparto di Caserta hanno trovato nella disponibilità del sacerdote 9 cellulari nascosti all’interno di un pacco contenente tabacco.
fonte: gnewsonline.it
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