Nel carcere Ucciardone a Palermo, ennesimo episodio di violenza da parte di un detenuto. Questa volta, il recluso ha prima dato fuoco alla propria cella e successivamente ha aggredito con violenza un Agente penitenziario, procurandogli diverse contusioni.
L’aggressione ha avuto luogo nell’Ottava Sezione del carcere, quando il detenuto ha fatto richiesta di uscire dalla sua cella per effettuare una chiamata telefonica. Tuttavia, una volta fuori dalla cella, il detenuto ha improvvisamente iniziato a colpire il Poliziotto Penitenziario con calci e pugni, nell’intento, sembrerebbe, di impossessarsi delle chiavi.
Purtroppo, questo non è il primo episodio di violenza che si verifica nel Carcere Ucciardone nelle ultime settimane. Già alcuni giorni fa, un altro Agente penitenziario era stato aggredito violentemente da un altro detenuto.
L‘Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria (OSAPP) esprime la sua più ferma solidarietà ai Poliziotti Penitenziari che sono stati recentemente aggrediti all’interno del carcere Ucciardone di Palermo. L’OSAPP augura loro una pronta guarigione e sottolinea il coraggio e la professionalità dimostrati nel ripristinare l’ordine e la sicurezza all’interno di una delle strutture carcerarie più complesse d’Italia.
Gli Agenti penitenziari lavorano in condizioni spesso difficili, affrontando quotidianamente situazioni di rischio per garantire la sicurezza all’interno delle carceri italiane. L’OSAPP riconosce il loro impegno instancabile nel mantenere l’ordine e nella gestione delle emergenze e si complimenta con loro per l’alto livello di professionalità dimostrato.
La recente aggressione al carcere Ucciardone di Palermo sottolinea ancora una volta l’importanza di investire nella sicurezza e nelle condizioni di lavoro del Personale Penitenziario. L’OSAPP continuerà a lavorare affinché gli Agenti penitenziari ricevano il supporto e il riconoscimento che meritano mentre svolgono il loro essenziale compito di garantire la sicurezza pubblica, sia interna che esterna alle carceri italiane.
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