Sono inquietanti i particolari dell’omicidio di Pasquale Tortora ‘o stagnar, boss dell’omonimo clan operante ad Acerra. Un omicidio che ha portato, tre giorni fa, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna ad eseguire due ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di Alessio Galdiero, 29 anni, residente a San Felice a Cancello (ma di fatto domiciliato a Qualiano), e Angelo Di Palma, 34 anni, di Marano. I due, oltre che di omicidio, rispondono di detenzione e porto abusivo di arma clandestina e ricettazione di un autovettura di provenienza illecita.
Galdiero era già detenuto ma sapeva che, prima o poi, poteva saltare fuori il suo coinvolgimento nel delitto. Un omicidio compiuto con la promessa di ricevere in cambio 40mila euro. Galdiero, durante la sua detenzione a Poggioreale, non sapeva di essere intercettato dai carabinieri che, anzi, sono riusciti a scoprire come l’uomo riuscisse a comunicare con la sua compagna attraverso un micro-telefonino fatto entrare furtivamente dietro le sbarre. Proprio grazie ad uno scambio di messaggi i militari sono riusciti a risalire al suo complice Di Palma chiudendo così il cerchio delle indagini. In un passaggio la compagna di Galdiero dice all’uomo: «Mi è arrivato un messaggio su Messenger, dice questa “Ciao, io sono la sorella di “Angela”, l’amica di Alesso e cose». Galdiero dice alla compagna di approfondire magari con un numero non intestato a lei. E così, pochi minuti dopo, Angelo Di Palma, con un numero intestato e in uso alla sorella, contatta la compagna di Galdiero. La prova per gli inquirenti che la Angela in cui si parlava prima era in realtà un uomo, il complice di Galdiero. Particolare questo emerso nell’ordinanza firmata dal gip Rosamaria De Lellis.
Fonte: internapoli.it