Mentre i detenuti orchestrano rivolte con precisione militare, armati di tecnologia avanzata e oggetti comuni trasformati in armi letali, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) risponde con una direttiva sull’unità di crisi centrale che sa di resa incondizionata mascherata da strategia. Il risultato? Agenti di Polizia Penitenziaria trasformati in poco più che manichini gommati, impotenti spettatori del caos che li circonda. Il colmo del paradosso? I kit antisommossa, strumenti essenziali per il ripristino dell’ordine, vengono ora presentati come “dispositivi di protezione individuale” previsti per la sicurezza dei lavoratori. È come se, di fronte a un incendio, si consigliasse ai vigili del fuoco di indossare tute ignifughe non per spegnere le fiamme, ma per non scottarsi mentre osservano l’edificio bruciare. “Stiamo assistendo alla metamorfosi kafkiana dei nostri Agenti: da Forze dell’Ordine attive a manichini gommati in un teatro dell’assurdo carcerario,” denuncia Leo Beneduci, Segretario Generale dell’OSAPP. “È la resa totale del sistema penitenziario di fronte alla criminalità organizzata, con i nostri uomini ridotti a statue di gomma in un museo del fallimento istituzionale.” Questa direttiva, evocativa dei gravi disordini che stanno travolgendo gli istituti penitenziari, invece di fornire strumenti efficaci come taser, sfollagente, o misure di sorveglianza particolare per i soggetti pericolosi, si limita a raccomandare agli agenti di trasformarsi in tartarughe umane. Scudi e caschi, un tempo simboli di azione e controllo, diventano ora gusci protettivi per agenti ridotti al ruolo di spettatori inermi di fronte al caos dilagante. Dopo aver sommerso il personale di “verbosi e inadeguati protocolli operativi”, prosegue Beneduci il DAP ora invita chi dovrebbe garantire l’ordine e la sicurezza a proteggersi dai facinorosi, anziché contrastarli. È come se il codice penale, che prevede l’uso della forza per sedare i disordini, fosse stato sostituito da un manuale di autodifesa passiva per principianti. È tempo che il DAP si svegli dal suo sonno burocratico e affronti la realtà – conclude il leader dell’OSAPP. Le carceri sono in guerra, e mandare soldati al fronte trasformati in manichini gommati è una ricetta per il disastro. O si agisce ora, dotando gli Agenti di strumenti reali per il contrasto alle rivolte, o ci si prepari a issare definitivamente la bandiera bianca sulla torre di controllo del sistema penitenziario italiano.