
di Leo Beneduci_ Un vero capolavoro dì “istigazione all’ergastolo” per non perdere tempo in cella ed entrare per primi nelle stanza per l’affettività.. La direttiva sui colloqui intimi incentiva le lunghe pene come criterio di priorità: una condanna pesante da’ precedenza nelle “stanze dell’affettività”. Nel contempo il Dap non dando alcuna indicazione operativa consegna le stanze dell’amore ai detenuti, trasformando un diritto in un potere. La prima donna di Largo Daga ha emanato la circolare che, a suo dire, è frutto del lavoro di un comitato di esperti. La domanda sorge spontanea: fa le cose tanto per farle o ci crede veramente? Nelle carceri non ci sono bidet, le sezioni sono invase da topi e blatte e il massimo vertice liquida il monito della Corte Costituzionale con una direttiva emanata il giorno dopo il Question Time in Parlamento. Mentre gli allievi vice ispettori restano nelle scuole a Pasqua, la capa del DAP f.f. lascia l’assoluta discrezionalità alle sedi (provveditori e poi direttori) che a loro volta la daranno ai comandanti (se ci sono, ma tanto è uguale) e via via fino agli agenti che saranno quelli che pagheranno in termini fisici o disciplinari o anche penali. Chi occuperà il posto di servizio accanto alla porta del locale in cui sarà consumato l’atto, un uomo, una donna oppure tutti e due? E visto che si tratta, forse, del rapporto tra un uomo e una donna (non ne siamo sicuri fino in fondo) se succede qualcosa quale deve essere il genere dell’appartenente al Corpo che se del caso entra nella stanza? E con che strumenti se necessario dovrebbe intervenire? Per il Dap sono piccoli particolari e, come al solito, se la deve vedere il territorio, così come dovrà essere il territorio a preoccuparsi delle decine e decine di posti di servizio in più come “la moltiplicazione dei pani e dei pesci”… Altrettanto, nessuna indicazione concreta sulle procedure igienico-sanitarie in strutture già al limite del collasso. Nessuna considerazione per le condizioni reali in cui versano gli istituti. Nessuna previsione di risorse aggiuntive per gestire questa delicata pseudo innovazione. L’ipocrisia è lampante: proporre “colloqui intimi” in edifici dove mancano le più basilari condizioni di dignità, privacy e igiene. Come se la battaglia contro il sovraffollamento e le carenze strutturali non fosse già abbastanza difficile. Ma tanto Nordio se per caso dovesse sentire, visto che ne ogni tanto ne parla, comunque non vede quello che sono le carceri e il Capo del Dap vero e anche “caporale di giornata” è comunque è contento di se stesso, delle cose che dice anche senza cognizione di causa e di quello che ritiene gli stia facendo guadagnare migliaia di voti. E al Dap, lo sappiamo faranno di tutto, ma proprio tutto, per accontentarlo. Come sempre, saranno i poliziotti di trincea a dover gestire con professionalità le conseguenze di decisioni che sembrano prese da chi non ha mai messo piede in un istituto penitenziario. Anzi per restare in tema di gruppi, gruppetti e gruppettini della Polizia Penitenziaria così cari al “gruppo di potere” perché, per la sorveglianza e gli interventi nelle stanze dell’amore, non istituiamo i GISA (Gruppi d’Intervento per le Stanze dell’Amore) magari dotandoli di un bel basco con i colori dell’arcobaleno che farebbe veramente tanto chic!! Nella realtà ci aspettiamo un periodo veramente difficile, in cui dovremo fronteggiare nuove tensioni generate da questa politica superficiale in un sistema già esplosivo. Un abbraccio come mille abbracci.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria
Ufficio Stampa OSAPP