Carceri/OSAPP: detenuta sessantacinquenne, italiana, si soffoca nel Carcere di Torino; trattasi del trentaseiesimo morto in carcere per suicidio dall’inizio dell’anno 2024.
Una detenuta italiana, sessantacinquenne si è tolta la vita nella prima mattinata di oggi soffocandosi con un sacchetto di plastica nella propria cella del padiglione Femminile.
“Dichiara il Segretario Generale del sindacato OSAPP Dott. Leo Beneduci – siamo alla trentaseiesima morte in carcere per suicidio dall’inizio del 2024 ed è inconcepibile che responsabili politici quali il ministro della giustizia Carlo Nordio ed il sottosegretario delegato Andrea Delmastro non si rendano conto del significato e delle cause che stanno provocando una vera e propria strage nelle carceri italiane e che in luogo delle frasi di circostanza dovrebbe vedere l’urgenza di interventi immediati in ordine al sovraffollamento penitenziario (16.129 detenuti in più delle capienze possibili), 7000 unità di polizia penitenziaria in meno delle effettive esigenze richieste nelle carceri, lo svilimento delle funzioni di polizia penitenziaria per quanto attiene ai compiti legati alla sicurezza degli istituti penitenziari al contrasto delle criminalità organizzate e dai compiti legati al reinserimento sociale dei reclusi laddove, si rammenta, sono oltre seicento i poliziotti penitenziari sottoposti ad iniziative di natura penale e oltre 200 quelli sospesi dal servizio in procedimenti che durano anni e che nella maggioranza dei casi si concludono con l’assoluzione perché i fatti non sussistono.
Come OSAPP – conclude Beneduci – dopo la manifestazione nazionale davanti al ministero della giustizia dello scorso 16 maggio su tali gravi problematiche ne stiamo organizzando di ulteriori di cui la prossima a piazza Montecitorio a dimostrazione ed a denuncia dei fallimenti dell’attuale governo come dei precedenti in tema di carceri e di polizia penitenziaria laddove i politici dimenticano sempre che la sicurezza dei cittadini dipende dalla funzionalità del carcere e che dal carcere prima o poi i detenuti escono.