LECCE – Ruggiero DAMATO, Segretario Regionale Puglia OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), esprime sconcerto per l’uso ancora diffuso di termini obsoleti e offensivi come “guardie carcerarie” da parte di stampa e TV, specialmente nazionali. Questo accade nonostante la riforma del Corpo di Polizia Penitenziaria, istituita con la Legge 395 del 1990, risalga a oltre 30 anni fa. Damato sottolinea e ricorda che il Corpo di Polizia Penitenziaria è un corpo di Polizia a ordinamento civile facente parte delle Forze di Polizia Italiane, dipendente dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria(DAP) del Ministero della Giustizia. L’espressione “guardia carceraria” non solo è inesatta, ma è considerata denigratoria, analogamente al termine “sbirro” per la Polizia di Stato. Il Corpo di Polizia Penitenziaria svolge principalmente il compito di gestione delle persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o limitazione della libertà personale, garantisce l’ordine pubblico e la tutela della sicurezza all’interno degli istituti, partecipa alle attività di osservazione e trattamento dei detenuti; inoltre, espleta servizi di ordine e sicurezza pubblica e di pubblico soccorso, nonché di traduzione dei ristretti, da istituto a istituto, presso le aule giudiziarie per lo svolgimento dei processi e presso i luoghi esterni di cura, e ai sensi del decreto del Ministero della Giustizia luglio 1991, tramite il Nucleo Traduzioni e Piantonamenti(NTP), gruppo specializzato del Corpo. Espleta inoltre attività di Polizia Stradale ai sensi dell’art. 12 del Codice della strada, partecipa al mantenimento dell’Ordine Pubblico, svolge attività di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza anche al di fuori dell’ambiente penitenziario, svolge attività di scorta a tutela di Personalità Istituzionali (Ministro della Giustizia, Sottosegretari di Stato) e di Magistrati. Con il reparto specializzato del Nucleo Investigativo Centrale (NIC) la Polizia Penitenziaria si occupa di indagini in materia di criminalità organizzata e di terrorismo, oltre che di dirigere le attività investigative delle articolazioni regionali e territoriali della Polizia penitenziaria. Per le sue funzioni e competenze il N.I.C., oltre ad essere un punto di riferimento per le Direzioni Distrettuali Antimafia presso le Procure della Repubblica, siede stabilmente, in rappresentanza del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, alle riunioni del Comitato Analisi Strategica Antiterrorismo. Tramite il Gruppo Operativo Mobile (GOM) si occupa del mantenimento dell’ordine e della disciplina negli istituti penitenziari, con priorità a interventi in occasione di gravi situazioni. Al GOM competono anche i servizi di tutela e scorta del Personale in servizio presso l’Amministrazione Penitenziaria ed il Ministero della Giustizia esposto a particolari situazioni di rischio personale e la traduzione di tutti i detenuti “collaboratori di giustizia”, ad altissimo rischio. Con la legge del 30 giugno 2009, n. 85, viene istituita la Banca Dati Nazionale del DNA e il Laboratorio Centrale per la Banca Dati Nazionale del DNA. Con decreto del Ministro della Giustizia 2 marzo 2016 viene istituito il Laboratorio Centrale Banca Dati DNA, cui sono affidati l’organizzazione e il funzionamento del Laboratorio, le relazioni con l’autorità giudiziaria e relativi importanti servizi di polizia giudiziaria. Il regolamento attuativo (D.P.R. 7 aprile 2016, n. 87) ha permesso che a partire dal 7 aprile 2016 sia iniziata la complessa attività di prelievo dei campione biologici e la successiva tipizzazione del DNA, all’interno del Laboratorio Centrale Banca Dati DNA. da parte dei ruoli tecnici del Corpo di Polizia Penitenziaria (istituiti con il decreto legislativo 9 settembre 2010, n. 162, emanato ai sensi dell’articolo 18 della legge 30 giugno 2009, n. 85) adeguatamente e specificamente formati per questa attività . Il Corpo è inoltre entrato a comporre gli organici della Direzione Investigativa Antimafia e dell’Interpol con il Decreto Legislativo 15 novembre 2012, n. 218 (Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, recante codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2, della legge 13 agosto 2010, n. 136 GU n. 290 del 13-12-2012). Il Segretario Regionale OSAPP Ruggiero DAMATO evidenzia l’importanza che i media, soprattutto quelli a livello nazionale, usino sempre una terminologia corretta al fine di evitare e di alimentare percezioni negative e lesive nei confronti degli Agenti di Polizia Penitenziaria. Questi veri e propri professionisti, Uomini e Donne del Corpo di Polizia Penitenziaria, svolgono quotidianamente un lavoro altamente complesso e ad oggi, estremamente rischioso. DAMATO auspica che queste osservazioni siano accolte dalle Redazioni di tutti i media per evitare il ripetersi di simili spiacevoli situazioni in futuro. Questo, come segno di rispetto verso tutti gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria, in un periodo storico decisamente critico per le carceri italiane.
Redazione OSAPPOGGI.it