CARCERI/OSAPP: “PECULATO PER DISTRAZIONE E DISTRAZIONE SULLA LEGGE ANTI-CORRUZIONE. I COLLETTI BIANCHI DELLE PRIGIONI SFUGGONO ALL’OCCHIO DI NORDIO”. I colletti bianchi dei signori delle prigioni continuano indisturbati a governare il loro regno di opacità, mentre Nordio si affanna a introdurre il peculato per distrazione nel decreto carceri. Ma chi controlla i controllori? Leo Beneduci, Segretario Generale dell’OSAPP, denuncia: “Entrate con me nell’inferno carcerario italiano. Respirate, come i nostri Agenti di prossimità – quelli che andrebbero davvero premiati e promossi per meriti eccezionali – l’aria fetida di celle stracolme piene di detenuti ubriachi e sballati …sentite l’odore acre della disperazione che si mescola al costoso profumo dei ‘colletti bianchi, i comandanti che passano tra la miseria con le tasche gonfie di denaro pubblico.” Tra i tanti Prato, Santa Maria Capua Vetere, Torino, Saluzzo, Aosta, Cremona, Lucca, San Gimignano, Verona, Trento, Biella Palermo Pagliarelli… La lista è lunga, un tour dell’orrore istituzionale. Carceri senza comandanti con la prescritta qualifica o, peggio, con “turisti in divisa” pagati con 110 euro supplementari al giorno. “Uno schiaffo agli agenti che rischiano la vita per 1500 euro al mese,” tuona Beneduci. Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, novello Re Mida, trasforma con un tocco il comandante in missione forfettaria per le “capacità emerse in colloqui insindacabili” in promozioni e missioni dorate da 3.300 euro aggiuntive al mese, per girare l’Italia come in una grottesca vacanza. E poi ci sono i “meriti eccezionali”, in qualche caso addirittura doppi. “Ma quali meriti?” si chiede Beneduci. “Quello di saper navigare in un sistema marcio?”
A Prato, l’assurdo raggiunge l’apice: nessun comandante da anni, una dirigente nominata sulla carta, senza vice. E’ come pretendere di vincere una partita di calcio con solo il portiere in campo sottolinea Beneduci.
Mentre i tribunali amministrativi condannano il DAP alle spese, stigmatizzando la farsa delle reggenze, la Corte dei Conti viene probabilmente tenuta all’oscuro. L’amministrazione penitenziaria continua imperterrita, “dimenticando” di pubblicare i provvedimenti come impone la legge anticorruzione, sistematicamente elusa.
“Le rivolte, le presunte torture, sono il sintomo di un sistema dove le logiche della prima Repubblica dettano ancora legge”, afferma Beneduci. “Amici degli amici, promozioni facili, stipendi gonfiati. E chi paga? I nostri Agenti, aggrediti, rapportati disciplinarmente e persino denunciati (per la Magistratura nelle carceri devono pagare solo gli ultimi) abbandonati e costretti a pagare l’avvocato di tasca propria per aver fatto il loro dovere in condizioni impossibili.”
Il DAP è un mostro bicefalo: da un lato, redditi eccezionali per pochi eletti con tanto di autista e macchina di servizio; dall’altro, meriti eccezionali costruiti per giustificare privilegi immeritati e sorpassi nelle graduatorie concorsuali. E intanto, le carceri esplodono, gli Agenti vengono aggrediti, i detenuti vivono come bestie.
“È ora di strappare quei colletti bianchi macchiati di vergogna”, conclude Beneduci. “Perché finché tollereremo questo scempio, saremo tutti complici. Complici di un sistema che crea mostri invece di rieducare. Complici di un’amministrazione che calpesta i suoi stessi dipendenti. Complici di uno Stato che ha dimenticato il significato della parola giustizia ed equilibrio di bilancio.”
Beneduci invita Nordio a non preoccuparsi solo del peculato per distrazione, ma ad estendere la sua attenzione alla distrazione burocratica che dilaga nel suo Dicastero, o forse i colletti bianchi sono troppo abbaglianti per essere notati, anche da un Ministro della Giustizia? È tempo di svegliarsi. È tempo di promuovere gli Agenti di prossimità, la base, non i dirigenti. È tempo di fare luce su questo sistema marcio, prima che la distrazione diventi corruzione sistematica.