A Bologna la cerimonia di laurea del master in Studi di genere, cui è iscritto l’egiziano in carcere da 19 mesi. Il rettore Ubertini: “Dobbiamo alzare l’attenzione, non abbiamo fatto abbastanza per lui”.
“L’assenza di Patrick grida al mondo che lui avrebbe voluto laurearsi qui oggi e invece è ancora in carcere”. Sono le parole della sua professoressa, Rita Monticelli, a dare il senso della cerimonia di laurea del master in Studi di genere a Bologna, il corso a cui è iscritto Patrick Zaki, lo studente egiziano imprigionato per 19 mesi in detenzione preventiva e ora in attesa di giudizio, prossima udienza sarà il 28 settembre. L’occasione è la laurea di Rafael Garrido, l’amico di Patrick che ha cominciato il corso di studi insieme a lui nel 2019.
“Continuo a sperare che finisca presto, tutti insieme dobbiamo alzare ancora di più l’attenzione, non abbiamo fatto abbastanza, spero che già il 28 sia liberato” dice il rettore Francesco Ubertini. “Chiedo a tutte le istituzioni e che si faccia ancora di più, è il mio appello”. La ministra all’Universita Maria Cristina Messa ha inviato un videomessaggio: “Il nostro intento è tenere alta l’attenzione perché l’obiettivo della detenzione preventiva prolungata è consegnare il prigioniero all’oblio, e ciò non deve accadere né per Zaki né per altri prigionieri privati della libertà. Tenere accesa l’attenzione su Zaki equivale anche a tenere alta la memoria di Giulio Regeni”.
Fonte: bologna.repubblica.it
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