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Piemonte, chiesta in via prioritaria la vaccinazione antinfluenzale in carcere

“Con l’avvio della campagna di vaccinazione antinfluenzale in Piemonte, in accordo con la rete dei garanti comunali piemontesi, ho chiesto all’assessore regionale alla Sanità e al presidente della quarta Commissione consiliare di considerare la categoria dei detenuti come prioritaria”. Lo annuncia il garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale Bruno Mellano.

Nei tredici istituti penitenziari del Piemonte ci sono poco meno di 4.300 detenuti e “le dinamiche che li caratterizzano – sottolinea Mellano – sono sensibili alle paure, ai timori e alle tensioni proprie di una vita di comunità obbligata, dove è prevedibile che i primi raffreddori e sintomi influenzali siano letti come possibili segnali di un più grave contagio e portino alla richiesta spasmodica di assistenza e di presa in carico da parte dei presidi sanitari regionali interni alle carceri”.

“Una campagna consapevole e informata di vaccinazione antinfluenzale, pur su base volontaria – evidenzia – potrebbe creare i presupposti per un’ordinata gestione della fase invernale e dei suoi malanni di stagione, anche in presenza di un fantasma inquietante come l’emergenza sanitaria da Covid”.

“Come garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale – conclude – ho convintamente richiesto che vengano considerati, oltre ai detenuti, anche i 40 internati nelle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems) e i 75 trattenuti nel Centro di permanenza per il rimpatrio (Crp) di Torino”.

In base alle indicazioni del Ministero della Salute, e in considerazione dell’emergenza epidemiologica, quest’anno la vaccinazione è fortemente raccomandata ai cittadini nella fascia di età oltre i 60 anni e per tutti gli adulti con patologie a rischio.

“Si tratta di un target molto numeroso all’interno degli istituti penitenziari piemontesi, che è già di per sé un gruppo sociale speciale, poiché si tratta di cittadini che non si possono autonomamente organizzare nella tutela della propria salute – osserva Mellano –. Il numero di vaccini necessari per la comunità penitenziaria è relativamente molto piccolo se inquadrato nelle quantità di vaccini prevista per la nostra Regione, circa 1.100.000, acquistate con l’intento di allargare il più possibile il numero delle persone che si vaccinano”.

 

 

Fonte: atnews.it

 

Redazione OSAPPoggi

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