Il caso sollevato da diverse interrogazioni a Cartabia: alcune foto come prova.
A bordo di un trattore a tagliare l’erba, sopra un’alta impalcatura ad appendere una rete contro i piccioni, con la motosega a tagliare le siepi, alle prese con lavori di falegnameria: più di tante parole ci sono una serie di immagini a testimoniare quello che alcuni Agenti di Polizia Penitenziaria in servizio al carcere di alta sicurezza di Asti si sono trovati a fare. E ora a fare chiarezza ci sarà anche un’inchiesta della procura di Asti e anche una della Corte dei conti del Piemonte.
Erano mesi che si bisbigliava, dentro e fuori dalle mura dell’istituto penitenziario, del fatto che alcuni Poliziotti fossero impegnati in mansioni non prettamente istituzionali e certamente non di vigilanza dei detenuti. “Capitava spesso – racconta un Agente, dietro la richiesta dell’anonimato – che si facesse questa richiesta agli Agenti in servizio all’unità cinofila, che si trovano nelle aree esterne, dove c’è la tenuta agricola. Lì si trovano anche i detenuti che sono impiegati in attività lavorative, ma capitava a volte che gli Agenti fossero al lavoro e i detenuti sulle scale a guardare”.
La denuncia: al carcere di Asti il Poliziotto è tuttofare!!!
Interrogazioni a Cartabia
I sindacati si erano fatti megafono di quei sussurri e diversi politici si sono fatti carico della questione con diverse interrogazioni parlamentari, chiedendo delucidazioni alla ministra Marta Cartabia. Per primo lo ha fatto il 10 febbraio Andrea Del Mastro Delle Vedove di Fratelli d’Italia, che ha rilanciato l’accusa dei sindacati secondo cui “la direttrice Francesca Daquino da giugno 2020 avrebbe disposto l’utilizzo del trattore da parte dei Poliziotti al posto dei detenuti addetti al lavoro o del personale civile qualificato”.
Lucia Annibali e Silvia Fregolent di Italia Viva pochi giorni dopo hanno sottolineato come queste attività, “qualora venissero confermate, lederebbero il decoro e l’immagine stessa del Corpo e della stessa amministrazione penitenziaria”, mentre Alberto Airola dei 5 Stelle ha puntato il dito sulla “evidente violazione della normativa vigente in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Ne consegue che il Personale viene anche distolto dai compiti propri di vigilanza per essere impiegato indebitamente nell’esecuzione di lavori agricoli o murali con grave rischio per l’incolumità fisica, soprattutto laddove eseguita senza i previsti dispositivi di protezione individuale”.
La risposta ricevuta dai parlamentari mette subito in chiaro come “il Personale di Polizia Penitenziaria non possa e non debba essere impiegato in compiti non istituzionali”, ma si sofferma a spiegare che potrebbe essersi trattato di un fatto occasionale, quando ad agosto un ramo pericolante stava per cadere addosso alla famiglia di un detenuto. E specifica che la direttrice abbia “escluso di aver mai autorizzato l’uso del trattore da parte del Personale di Polizia Penitenziaria”.
Un’ispezione
Rita Russo, provveditore regionale dell’amministrazione penitenziaria del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, ha subito fatto un’ispezione per capire i fatti e precisa:
“Ci sono segnalazioni che si riferiscono anche a giornate in cui la direttrice non era in servizio, dunque occorre approfondire da dove eventualmente siano partiti degli ordini. Certo è che le attività agricole devono essere svolte dai detenuti e i Poliziotti non possono svolgere altre mansioni che non siano quelle di sorveglianza, ma bisogna anche capire se si sia trattato di casi particolari e ragioni di sicurezza. In ogni caso ho inviato alla procura di Asti tutta la documentazione raccolta e sarà la magistratura a chiarire ogni cosa”.
Fonte:torino.repubblica.it