Nelle affermazioni del Procuratore di Napoli Giovanni Melillo sembra di vedere una delle tante, qualcuno dice persino troppe (per il Capo del D.A.P. Basentini, del tutto insensate – sic!), dichiarazioni dell’O.S.A.P.P..
Siamo stati i primi e per molto tempo gli unici ad affermare che con la cosiddetta “vigilanza dinamica” nelle sezioni detentive e fortunatamente non in tutte, con i detenuti lasciati liberi di “pascolare” nei corridoi (ci perdonino il termine i ristretti), poi accadevano cose.
Senza Poliziotti Penitenziari erano i più violenti a predominare e soprattutto le mafie, i capibastone, i boss, che nelle carceri ci sono e come, perché l’Italia resta il paese delle 4 mafie e per almeno 10mila detenuti (probabilmente di più), la provenienza è quella, senza contare i detenuti stranieri, anche loro collegati o succubi.
E avevamo detto allora, che tra le “strategie” utilizzate da alcuni soggetti per controllare le sezioni detentive vi era il “mercato” degli stupefacenti, in cui la moneta avente corso legale interno erano le Marlboro rosse (visto che in carcere non si possono detenere somme in denaro), lasciando poi l’onere di altri e più consistenti pagamenti alle famiglie esterne.
Insomma delle vere e proprie “piazze di spaccio” in carcere, con gerarchie e regole, nonché prive di qualsiasi concreta vigilanza a tutela dei cittadini onesti, al pari delle tante “piazze di spaccio” nelle nostre città.
Ed altrettanto riconosciamo almeno affini alle nostre, invero prolungate e mai ascoltate, le affermazioni del Procuratore Melillo, laddove egli sostiene che alcune carceri siano fuori controllo.
Basta, infatti, farsi un giro negli istituti di pena di Foggia e di Taranto, per fare reali esempi, per capire chi veramente detenga lo scettro del comando.
Anche se poi, dobbiamo dirlo, assenza dello Stato e potere di gestione delle carceri, nell’attuale sistema Penitenziario, non sempre corrispondono alle concrete ingerenze della criminalità organizzata, perché in alcuni penitenziari italiani, quali quelli toscani o quello di Torino, il potere di fare e disfare è oggi saldamente in mani ai garanti, (non dimentichiamolo!), dei e per i detenuti e non del o per il Personale, con gli effetti a nostro avviso, devastanti per la sicurezza della Collettività, che dovrebbero essere sotto gli occhi di tutti.
Per non farla ulteriormente lunga, un sistema quello penitenziario oggi, penosamente sbilanciato in un’unica direzione, pronto a collassare da un momento all’altro.
Ha quindi pienamente ragione il Procuratore Melillo.
Solo che l’attuale Procuratore di Napoli è stato anche l’ex Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia Orlando, non molto tempo fa, quando anche a lui e al Guardasigilli, scrivevamo di “piazze di spaccio” e di “carceri fuori controllo” e nessuno ci rispondeva o vedeva i fatti, allora come oggi e benché allora, almeno al D.A.P., ci ritenessero meno folli di quanto per loro comodità e presunzione ci ritengano oggi – beati loro/lui.
Sarà, quindi, che la coerenza al pari della vista quale senso fisico, cambia a seconda del ruolo/posizione che si occupa, oppure che la coerenza può essere solo una delle possibili opzioni?
Invero non dovrebbe essere così, anche se poi la realtà ci smentisce sempre.
Leo Beneduci
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