Il grave episodio avvenuto l’anno scorso nel carcere di Maria Capua a Vetere dove dei detenuti sono stati picchiati e 52 agenti sono sotto inchiesta della magistratura riporta alla ribalta la situazione delle carceri in Italia.
Circa 220 sono gli istituti penitenziari in Italia con una situazione di sovraffollamento generalizzata.
Anche il numero degli agenti è spesso insufficiente.
Le rivolte sono aumentate a causa del Covid e a Foggia hanno portato alla fuga di settantadue detenuti lo scorso anno. Il lavoro degli agenti non è facile.
La situazione potrebbe migliorare sensibilmente se i quaranta istituti carcerari costruiti ma non ultimato o non utilizzati entrassero a regime portando così il numero degli istituti a duecentosessanta e aumenterebbero i posti disponibili riducendo o azzerando i sovraffollamenti.
I dati li ritroviamo nel sito della polizia penitenziaria e in qualche articolo di giornali minori.
Mentre non sembra che la stampa di diffusione nazionale o le emittenti televisive se ne siano mai interessate. Invece ampio spazio viene dato alla violenza commessa in una occasione degli agenti di Maria Capua a Vetere.
Che in Italia ci sia una informazione a senso unico su questi argomenti è risaputo.
Se sono le forze dell’ordine a sbagliare siamo di fronte a fatti inauditi. I criminali sono invece persone da rieducare in base al detto “nessuno tocchi Caino”.
Ma facciamo fatica a capire perché il tanto decantato giornalismo di inchiesta di trasmissioni Rai o di settimanali che hanno brillato per andare fino in Russia per seguire le mosse di amici di Salvini non si occupino di quaranta opere incompiute o inutilizzate di grandi dimensioni.
Fonte: freeskipper.altervista.org – Attilio Runello