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Riforma della Giustizia – Dalla durata dei processi ai reati gravi: cosa prevede

Il testo vale per reati commessi dopo il 1° gennaio 2020 ed entrerà in vigore in maniera graduale, con una fase transitoria fino a fine 2024. Dal 2025 i processi dovranno durare due anni in Appello e uno in Cassazione, con la possibilità che i procedimenti più complessi arrivino rispettivamente fino a tre anni e a 18 mesi. Per i reati più gravi (mafia, terrorismo, violenza sessuale e traffico di droga) possibili ulteriori proroghe, che per l’aggravante mafiosa saranno massimo 4 (2 in Appello e 2 in Cassazione).

Entrata in vigore graduale, sconti per il patteggiamento e il rito abbreviato, fino a 4 proroghe per l’aggravante mafiosa, tempi certi in Appello e Cassazione, un Comitato scientifico ad hoc. Dopo una lunga mediazione fra i partiti, il Governo Draghi ha trovato un accordo sulla riforma della Giustizia della ministra Cartabia: ecco cosa prevede.

REATI DALL’1 GENNAIO 2020 – La riforma riguarda soltanto i reati commessi dopo il 1° gennaio 2020, ovvero dopo l’entrata in vigore della riforma firmata dall’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede che ha eliminato la prescrizione del reato in appello e in cassazione.

GRADUALITÀ – La riforma entrerà in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge in modo graduale, per permettere agli uffici giudiziari di organizzarsi.

TERMINI PIÙ LUNGHI PER 3 ANNI – Nei primi 3 anni, fino al 31 dicembre 2024, la riforma prevede termini più lunghi per tutti i processi: 3 anni in Appello, 1 anno e 6 mesi in Cassazione.

PROROGA – La riforma prevede la possibilità di prorogare solo una volta il termine di durata massima di un processo: fino a 4 anni in Appello e fino a 2 anni in Cassazione per tutti i processi in via ordinaria. Ogni proroga dovrà essere motivata dal giudice con un’ordinanza. Contro l’ordinanza di proroga sarà possibile presentare ricorso in Cassazione.

DAL 2025 I NUOVI TEMPI DEI PROCESSI – Allo stop della prescrizione dopo la sentenza di primo grado si affiancano tempi certi per i processi: dal 1° gennaio 2025 la riforma prevede che in Appello i processi possano durare fino a 2 anni di base, più una proroga di un anno al massimo. In Cassazione invece 1 anno con una proroga di sei mesi.

 

 

 

Fonte: tg24.sky.it

Redazione OSAPPoggi

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