Sullo sfondo, l’indagine della Dda, che meno di un mese fa, aprì uno squarcio su due gruppi criminali che avrebbero operato dentro e fuori dal carcere di Salerno.
Spaccio di droga in carcere e fuori, insieme all’uso di telefonini che entravano grazie all’abilità dei familiari dei detenuti nel nasconderli o nel lanciarli oltre il recito del penitenziario di Salerno:
il Tribunale del Riesame conferma l’impianto accusatorio per i primi 20 indagati. Rigettati buona parte dei ricorsi, giorni fa, ad eccezione di M.C. difeso dall’avvocato Francesco Vicidomini.
Il nocerino esce dal carcere e va ai domiciliari. I giudici, in attesa delle motivazioni, non hanno ritenuto sussistenti i gravi indizi di colpevolezza nei suoi riguardi. Era accusato di essere uno dei fornitori del gruppo di Nocera Inferiore. Sullo sfondo c’è l’indagine della Dda, che meno di un mese fa, aprì uno squarcio su due gruppi criminali che avrebbero operato dentro e fuori dal carcere di Salerno.
L’indagine
L’inchiesta dell’Antimafia avrebbe dimostrato l’esistenza di un sistema che gestiva lo spaccio di droga all’interno del carcere di Fuorni, la prima capeggiata da un nocerino pregiudicato ed un esponente di un clan napoletano, l’altra da L.A.. Nel blitz fu coinvolta anche un agente della penitenziaria, accusato di essere stato corrotto dal gruppo di Nocera, per far entrare dentro il carcere droga e telefoni. Nei prossimi giorni toccherà alle altre posizioni, ma per ora, buona parte dell’impianto della Dda regge, con l’accusa maggiore di associazione finalizzata allo spaccio di droga. Il resto delle accuse, diviso tra due distinti gruppi, vede però contestazioni anche per possesso di armi e spaccio semplice, oltre che estorsione, ricostruite negli ultimi anni tra Nocera Inferiore e la provincia di Salerno. Il resto del collegio difensivo è composto dagli avvocati Gregorio Sorrento, Giovanni Annunziata, Bonaventura Carrara, Matteo Feccia e Antonio Sarno.
Fonte: salernotoday.it