Davanti al giudice insieme a Giuseppe Mastini la compagna e i quattro sassaresi che lo aiutarono.
SASSARI. Entrerà nel vivo i primi di luglio il processo per la rocambolesca fuga di Giuseppe Mastini, conosciuto come Johnny lo zingaro, evaso lo scorso mese di settembre durante un permesso premio dal carcere di Bancali.
Il procedimento davanti al giudice Elena Meloni si è aperto due giorni fa con la verifica delle notifiche agli imputati e il rinvio alla prossima udienza. A processo insieme a Mastini e alla sua compagna Giovanna Truzzi, sono finiti anche quattro sassaresi che secondo il sostituto procuratore Enrica Angioni avrebbero aiutato l’ergastolano a fuggire e nascondersi e a cui il pm contesta il reato di procurata evasione. Si tratta di Lorenzo Panei, 52 anni, difeso dall’avvocato Paolo Spano, Roberto Fois, di 43 anni e Gabriele Grabesu, di 35, entrambi difesi dall’avvocato Marco Palmieri e Cristian Loi, 35 anni, difeso dall’avvocato Stefano Porcu.
Johnny lo Zingaro era evaso il 5 settembre del 2020 dal carcere di Bancali, dove era detenuto nella sezione di massima sicurezza. Aveva beneficiato di alcuni giorni di permesso trascorsi nella casa famiglia diocesana “Don Giovanni Muntoni”a San Giorgio, dove era stato raggiunto anche dalla compagna. Alla scadenza del permesso premio, si era allontanato dalla struttura ma non era tornato in carcere. Da quel momento era cominciata l’attività investigativa degli uomini della squadra mobile e Mastini era stato catturato dieci giorni dopo in una casa nelle campagne tra Sassari e Sorso. Agli arresti era finito anche il titolare della villetta, Lorenzo Panei, accusato di favoreggiamento. Due mesi dopo erano scattate le manette anche per gli altri presunti fiancheggiatori, tra cui la compagna di Mastini, Giovanna Truzzi, raggiunta dal provvedimento a Pistoia.
Scavando in quello che era successo nei 10 giorni di latitanza di Giuseppe Mastini, gli investigatori della squadra mobile di Sassari, erano riusciti ad arrivare a Grabesu (parecchi precedenti, arrestato nel 2019 con 600 grammi di cocaina e 6 chili di marijuana) che avrebbe conosciuto “Johnny lo zingaro” durante il periodo di detenzione. E attraverso lui erano arrivati a Cristian Loi (entrambi hanno casa in località Zinziodda, a poca distanza da dove era stato catturato l’evaso). Infine Roberto Fois che avrebbe messo a disposizione una delle schede telefoniche utilizzate da Mastini grazie all’appoggio di Grabesu e Loi.
Fonte: lanuovasardegna.it
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