“Non possiamo continuare a mandare a lavorare nelle carceri migliaia di agenti di polizia penitenziaria e lasciarli abbandonati alle reazione dei detenuti, anche di quelli con problemi psichiatrici: si dia quindi il taser anche a loro”.
È quanto dichiara Roberto Marti, senatore della Repubblica e segretario regionale della Lega a poche settimane dall’avvio della sperimentazione della pistola a impulsi elettrici tra le forze di polizia di alcune città, tra cui Brindisi e Bari.
“Insulti, minacce e persino sputi da parte dei detenuti mi risulta siano quasi la quotidianità per gli uomini e le donne cui chiediamo di garantire sicurezza e legalità all’interno dei nostri istituti penitenziari. Ma a rendere tutto questo ancora più intollerabile sono le aggressioni fisiche che troppo spesso li hanno mandati in ospedale. Ed è importante ricordare solo quelle dell’ultimo anno. Carcere di Lecce: lo scorso 29 dicembre, due agenti sono finiti in ospedale aggrediti da un detenuto all’interno della sezione psichiatrica; qualche mese prima, il 2 agosto, un agente è stato colpito in faccia con una bottiglia d’acqua e poi spintonato da un detenuto che pochi giorni prima aveva tentato di appiccare un incendio. E qualche anno prima c’è stata anche un’aggressione con calci e pugni contro un poliziotto penitenziario. Carcere di Foggia: il 9 marzo un detenuto si è scagliato contro due agenti, uno dei quali ha rimediato dieci punti di sutura alla testa. È assurdo. E in quello stesso carcere, denunciano i sindacati, ci sono state altre sette aggressioni in un solo mese, tra cui il 22 febbraio una vera e propria spedizione punitiva. E a ottobre dell’anno scorso un agente ha riportato danni all’udito dopo un pugno in volto e un violentissimo schiaffo. Carcere di Bari: il 16 agosto dell’anno scorso, in sala colloqui, un detenuto ha tirato un pugno in faccia ad un agente, poi si è scagliato contro altri due. Stessa situazione già accaduta nelle zone detentive il 18 aprile. Carcere di Turi: il 16 giugno 2021 un detenuto ha scagliato contro il muro una scrivania, poi ha dato una gomitata dritta in faccia ad un
agente. Carcere di Trani: un’altra aggressione contro un poliziotto penitenziario la vigilia di Natale.
È giusto ricordare che, per ovvie ragioni di sicurezza, la polizia penitenziaria entra nelle aree detentive assolutamente disarmata e agli agenti è imposta dalla legge la cosiddetta difesa passiva, che tradotto significa non poter reagire in alcun modo. Tutto questo non si può più tollerare. Il rispetto sacrosanto per i detenuti non può significare il sacrificio del rispetto e persino dell’incolumità degli agenti. Il taser è uno strumento che consente l’immobilizzazione dell’aggressore senza alcun rischio. Ci si attivi dunque immediatamente in questa direzione”.
Fonte: corrieresalentino.it