PUGLIA – Siamo giunti al capolinea nell’anniversario “trentennale “, dalla riforma del 1990, oggi nella regione Puglia registriamo ancora eventi e azioni dispotiche che violano le prerogative sindacali seppur normativamente previste, aggravate dal momento attuale per la pandemia da COVID 19 che sta registrando l’aumento vertiginoso di contagi sia tra il personale dipendente che tra i detenuti.
Un momento che ci costringe a riflettere sull’efficacia delle misure di contenimento messe in atto dall’amministrazione e la stipula di accordi territoriali sulla prevenzione che risultano tardivi, nonostante potevano prevedersi nei tempi e nei luoghi più omogenei a tutela non solo di tutti gli operatori penitenziari, se fossero state raccolte le nostre grida di allarme lanciate da tempo all’Amministrazione regionale in qualità di organo ispettivo e garante del rispetto delle norme sulla sicurezza e l’igiene dei luoghi di lavoro da parte delle singole direzioni, nonché del rispetto delle relazioni sindacali, sempre più rarefatte. Lo comunicano in una nota congiunta Ruggiero Damato e Pasquale Montesano, rispettivamente Segretario regionale OSAPP Puglia e Segretario generale aggiunto OSAPP.
Lo scenario dell’anno che si sta per chiudere – si legge nel testo – ha assunto tinte drammatiche nel tessuto penitenziario pugliese e ciò per diretta responsabilità di un amministrazione non molta attenta agli impegni assunti poi non mantenuti come per la questione relativa apertura dei nuovi reparti di Lecce, Trani e Taranto, con un personale già sofferente per le gravissime carenze degli organici per poi assistere alla chiusura e poi riapertura del reparto blu di Trani che ha superato ogni forma di possibile tolleranza.
Nell’arco dei trascorsi mesi, dopo i fatti della primavera scorsa che hanno caratterizzato la totale disorganizzazione e straordinarie carenze nel sistema penitenziario con l’evasione di massa dal penitenziario foggiano e la cruenta violenza della criminalità organizzata, nulla è cambiato.
Revisione piante organiche ne incremento del personale che in Puglia si assesta in maniera esponenziale sulle 300 unità, mancati interventi e messa in sicurezza delle strutture penitenziarie sotto l’aspetto di verifica e funzionalità dei sistemi di allarme sia interni che esterni agli istituti, altresì, si assiste a un trattamento “morbido” con chi custodiamo, anche autori e attori di violenze anche nei confronti della Polizia Penitenziaria, mentre per converso si assiste alla violazione di diritti sanciti dalle Leggi e Norme vigenti agli Uomini/Donne della polizia penitenziaria (concessioni permessi 104/92, riposi, congedi) e il ricorso spesso a sanzioni disciplinari anche nei confronti di nostri dirigenti sindacali.
Non da ultimi la mancata fornitura di capi di vestiario, e qualora arrivino in numeri irrisori, si assiste all’invio di tute operative dismesse dal P.C.D 18 MARZO 2019, ancor più grave la mancata fornitura di nuovi fregi, insegne e gradi sostituiti con il DECRETO LEGISLATIVO 27 dicembre 2019, n. 173 Disposizioni in materia di riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle Forze armate, ai sensi dell’articolo 1, commi 2, lettera a), 3, 4 e 5, della legge 1° dicembre 2018, n. 132. (20G00011) (GU Serie Generale n.29 del 05-02-2020 – Suppl. Ordinario n. 8), a testimonianza della totale inerzia il mancato rinnovo dei tesserini di riconoscimento scaduti da anni e in molti casi non posseduti per smarrimento o sottrazione, il personale sprovvisto c spesso e costretto a formulare dichiarazioni e denunce per farsi riconoscere e giustificare il possesso dell’arma di ordinanza a seguito e tutto questo non è più accettabile.
Ecco, per quanto su esposto e per altre numerose problematiche ormai denunciate con fiumi di lettere comunicati ad oggi senza che ne siano seguiti interventi almeno per alleviare il gravissimo stato di disagio che vivono uomini e donne della Polizia Penitenziaria del territorio Pugliese, oggi manifestiamo fortissimo motivato dissenso nei confronti del responsabile politico del Ministero della Giustizia dell’Amministrazione Centrale e quella Regionale, per queste ragioni e per altro l’O.S.A.P.P. con riserva, quindi di debite iniziative,
“PROCLAMA LO STATO DI AGITAZIONE REGIONALE“.
Non abbandonerà i tavoli di trattativa che saranno occasione per rappresentare tutto il disagio che la Polizia Penitenziaria sta vivendo e a loro continua ad andare il nostro plauso che nonostante il drammatico disagio con alto senso di responsabilità e sacrificio continuano a garantire la sicurezza del carcere e della cittadinanza in un contesto non più accettabile e tollerabile.
Fonte: corrieresalentino.it