Circa 10 milioni di attuali percettori del bonus 80 euro lo vedranno aumentare a 100 euro netti e 2 milioni di contribuenti sopra la vecchia soglia di 24.600 euro e fino a 28.000 euro di reddito lordo complessivo annuo si ritroveranno aumenti in busta fino a 100 euro.
Poi altri due milioni di lavoratori con reddito dai 28.000 ai 35.000 euro vedranno la loro busta “più pesante” per un importo tra i 99 e 80 euro netti (che gradualmente calerà fino ad azzerarsi in corrispondenza del reddito di 40.000 euro), in questo caso però in forma di detrazione.
Circa 2,3 miliardi di euro l’anno, invece, è il costo previsto dei superbonus 110% per ristrutturazioni, efficientamento energetico, sicurezza antisismica e impianti fotovoltaici. Per questi interventi è ancora in preparazione la parte attuativa, con le istruzioni delle Entrate. Saranno necessarie le certificazioni energetiche degli edifici per testimoniare il miglioramento della classe energetica, serviranno i pagamenti attraverso i bonifici dedicati alle ristrutturazioni, l’uso del portale Enea come avvenuto già per i bonus tradizionali.
L’edificio dovrà migliorare di almeno due classi (oppure approdare a quella superiore, qualora il doppio salto sia impossibile), e per dimostrarlo servirà l’Ape pre e post intervento. Inoltre, in caso di cappotto termico, bisognerà utilizzare materiali isolanti che rispettino requisiti minimi da decreto.
Serve anche l’asseverazione dei progetti: a cura di tecnici abilitati, che ne invieranno una copia anche all’Enea. Molto, dunque, è ancora da definire così come sulla tecnicalità di poter cedere il credito d’imposta nel quale si può convertire la detrazione fiscale.
Le norme d’altra parte sono ancora in discussione con il dl Rilancio in conversione. Tra le ultime novità, ad esempio, si va verso l’applicazione della detrazione al 110% anche agli edifici plurifamiliari “funzionalmente indipendenti” e che dispongano “di uno o più accessi autonomi dall’esterno” (le villette a schiera). Entrerebbe però un taglio dei massimali di spesa per i singoli interventi, con la discesa ad esempio da 60 mila a 40 mila euro per singola unità nei condomini che rifanno il cappotto termico.
Inoltre si va verso l’estensione dell’ecobonus per gli interventi di demolizione e ricostruzione. Confermata l’estensione al 30 giugno 2022 per i soli immobili di edilizia residenziale pubblica.
Quanto alla modalità d’accesso, serve installare l’app IO, quella dei servizi pubblici, dagli store e accedere con la propria identità digitale SPID o, in alternativa, con la Carta d’Identità Elettronica (CIE 3.0). Se l’utente è alla prima registrazione, deve impostare un Pin o il riconoscimento biometrico (impronta digitale o riconoscimento del volto). Il bonus si trova nella sezione “pagamenti” dell’App, alla voce “aggiungere un nuovo bonus/sconto”.
Perché il bonus sia fruibile, il nucleo familiare deve avere un reddito Isee entro la soglia di 40 mila euro e una relativa dichiarazione Dsu all’Inps in corso di validità. Nella prova effettuata stamattina da Repubblica, fino alla verifica dell’Isee il processo è andato avanti spedito, poi è apparso un messaggio che ci informava della necessità di più tempo per verificare l’Isee da parte dell’Inps e quindi la richiesta del bonus si è sospesa. Nel giro di poche ore, effettivamente, la verifica è andata in porto con il riconoscimento dell’assenza di un Isee in corso di validità.
Non mancano sui social le segnalazioni di malfunzionamento da parte di alcuni utenti, che lamentano come l’applicazione arresti la richiesta del bonus a causa dell’esaurimento del tempo a disposizione per completare la domanda, quando in realtà ci sarebbero 24 ore a decorrere dalla verifica del requisito Isee.
Una volta arrivato l’ok, per chi ha una Dsu valida e nel limite previsto, il Bonus attribuito al nucleo familiare prende la forma di un codice univoco, a cui è associato un QR code (leggibile direttamente dallo schermo del telefono). Basterà dare il codice all’albergatore, con il codice fiscale al momento del pagamento, per avere lo sconto.
Questo, si ricorda, è duplice: per l’80% del valore viene scontato direttamente dal conto da parte dell’albergatore, che lo recupera come credito d’imposta. Per il 20% va invece in detrazione Irpef con la dichiarazione dei redditi. Il dato aggiornato alle 16 dal dipartimento dell’innovazione del governo parlava di oltre 110 mila bonus per 50 milioni di valore.
Il ministro: in poche ore 110 mila richieste
“È davvero importante che dopo poco più di mezza giornata siano 110mila i nuclei familiari che hanno già chiesto e ottenuto il Bonus vacanze. È il segno che questa misura va incontro ai problemi delle famiglie a reddito medio-basso che con il Bonus saranno aiutate a fare qualche giorno di vacanza. Contemporaneamente, è una misura che immette liquidità, più di due miliardi di euro, nel settore degli alberghi e delle strutture ricettive che sta attraversando una crisi molto dura”.
Così il ministro Dario Franceschini (Cultura e Turismo), a proposito del Bonus vacanze. A proposito di alcune polemiche sollevate dal mondo degli albergatori, Franceschini dice che “sono molte altre le misure previste a favore degli alberghi e delle strutture ricettive. Questa – ha detto riferendosi al Bonus è il modo più veloce di portare liquidità a un settore che sta attraversando una crisi molto grande, che però verrà superata perché il turismo internazionale tornerà in Italia”.