I retroscena dell’indagine che ha portato all’arresto di un giudice, di un cancelliere e di 6 avvocati.
La percentuale del 10% sulle somme liquidate in favore delle parti quella percepita dal giudice di pace Umberto Della Rocca; 50 euro per ogni fascicolo assegnato in modo arbitrario, il compenso del cancelliere Domenico Bosco; il ‘privilegio’ di 6 avvocati nell’avere la vittoria assicurata nelle proprie trattazioni presso l’Ufficio del Giudice di Pace di Sessa Aurunca.
È questo lo spaccato dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma che ha portato il Giudice delle Indagini Preliminari Rosalba Liso dell’Ottava Sezione del Tribunale di Roma all’emissione delle misure cautelari custodiali per il Giudice di Pace Umberto Della Rocca (custodia in carcere), il cancelliere Domenico Bosco (arresti domiciliari), gli avvocati Armando Schiavone (custodia in carcere), Francesco Serao (custodia in carcere), Vincenzo Bordone (arresti domiciliari) oltre che l’iscrizione nel registro degli indagati per N. M. , F. V. , O. C.
L’accusa mossa nei confronti dei imputati è corruzione in atti giudiziari aggravata e continuata.
Una vera e propria organizzazione dedita alla gestione dei ricorsi presentati contro l’Agenzia delle Entrate per l’annullamento delle cartelle esattoriale falsandone l’esito oltre che condizionare alcuni processi civili relativi a sinistri stradali. È quella svelata grazie ad una laboriosa attività investigativa della compagnia carabinieri di Sessa Aurunca. I sei avvocati perlopiù dell’Agro Aversano riuscivano a pilotare l’assegnazione delle loro cause grazie all’intercessione del cancelliere Bosco in capo al giudice di pace Della Rocca il quale poi avrebbe percepito secondo gli inquirenti romani il 10% delle somme liquidate a favore delle parti.
Domenico Bosco per tale sistema privilegiato intascava 50 euro per ogni iscrizione non regolare riuscendo a percepire somme che variavano dai 5000 ai 12000 euro. Difatti in una occasione lo stesso cancelliere riferisce agli inquirenti di aver ricevuto in una sola giornata 2000 euro da ognuno degli avvocati ‘piloti’. Un meccanismo ben collaudato che portava ai provvedimenti finali adottati dal giudice Della Rocca fondati solo sull’atto introduttivo della parte quindi senza aver posto in essere alcuna istruttoria.
L’indagine partì circa un anno fa a seguito di denuncia di alcuni dipendenti dell’ufficio del giudice di pace sessano ed avvocati insospettiti dal fatto che tale ufficio fosse un’isola felice solo per alcuni legali e relativi procedimenti. Con l’ausilio di intercettazioni e riscontri tecnici gli uomini della Benemerita di Sessa Aurunca hanno scoperto il meccanismo illecito. Anche al momento dell’applicazione delle misure cautelari custodiali sono state poste in essere perquisizioni presso le residenze degli indagati.
Nel caso di quella effettuata presso l’abitazione casertana del giudice Umberto Della Rocca si è resa necessaria la presenza dall’avvocato Sergio Longhi uno dei rappresentanti del Consiglio Dell’Ordine degli Avvocati sammaritano attualmente commissariato. All’esito della perquisizione è stata rinvenuta una somma in contanti ed un orologio di valore presumibili regalie per i favoritismi resi secondo l’avviso degli inquirenti.
Fonte: casertanews.it