Dal primo gennaio al 20 aprile, sono state quasi 5 milioni le domande inoltrate all’Inps per l’assegno unico per più di 7 milioni (per l’esattezza 7,2) di figli. La platea totale degli aventi diritto è di 11 milioni, per 7 milioni di famiglie, dunque i 4 milioni di ragazzi per cui i genitori non hanno inoltrato la domanda (presentando l’Isee) avranno comunque diritto a 50 euro ciascuno come previsto. Ma se da un lato ci sono famiglie che non hanno sentito la necessità di richiedere il contributo, dall’altra ci sono i furbetti che quel denaro hanno tentato di intascarlo senza averne diritto. Sono infatti 22 mila (lo 0,5% delle pratiche) le domande per l’assegno unico finite sotto la lente d’ingrandimento dell’Istituto perché sospettate di essere potenzialmente fraudolente. L’Inps ha infatti chiesto integrazioni di documentazione soprattutto per le domande inoltrate per i ragazzi con più di 18 anni di età e che potrebbero non avere i requisiti per il bonus. Ma le prime truffe si erano già registrate a marzo, quando all’Inps erano arrivate domande per l’assegno riferite a nuclei famigliari con la numeri poco credibile che arrivavano anche fino a 17 figli.
E’, dunque, il caso di fare un ripasso dei requisiti per avere diritto all’assegno unico universale, ricordando che coloro che faranno domanda entro giugno 2022, avranno diritto anche agli arretrati.
Come ampiamente scritto negli ultimi mesi, l’assegno unico sostituisce le detrazioni fiscali per carichi di famiglia e l’assegno per il nucleo familiare (Anf). Destinato ai lavoratori dipendenti, agli autonomi, ai pensionati e ai disoccupati (ecco perché è definito “universale”), l’assegno può essere richiesto da tutti i cittadini italiani o europei o con permesso di soggiorno, residenti in Italia da almeno due anni e che qui pagano le tasse. L’assegno è assicurato a ogni figlio a carico dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età (ma non vi sono limiti di età nel caso di figli disabili). Come detto nella scheda precedente, coloro che faranno domanda entro giugno 2022, l’Inps riconoscerà tutti gli arretrati a partire da marzo, mese in cui gli utenti non hanno avuto più diritto agli altri benefici ora assorbiti dall’Assegno unico. Per le domande inoltrate a partire da luglio, l’assegno invece partirà dal mese successivo alla domanda e senza arretrati.
L’assegno unico avrà un valore massimo di 175 euro al mese per i minorenni (dal settimo mese di gravidanza) e di 85 per i maggiorenni tra 18 e 21 anni per Isee pari o inferiori ai 15 mila euro. Da quella cifra in su, infatti, l’assegno comincia a scendere. Per le famiglie con Isee dai 40 mila euro in su, l’assegno si assesta a 50 euro (25 euro al mese per i figli con età compresa tra i 18 e i 21 anni). A questi importi si aggiungono poi delle maggiorazioni nel caso di – figli successivi al secondo (da 85 a 15 euro); figli minorenni non autosufficienti (105 euro); nuclei con madri di età inferiore ai 21 anni; figli con disabilità (95 euro se grave, 85 se media, 80 euro se hanno 18-20 anni); nuclei con entrambi i genitori lavoratori (in questo caso il «premio» è di 360 euro l’anno per gli Isee sotto i 15 mila euro).
L’Indicatore della situazione economica equivalente (Isee) serve per calcolare l’importo spettante a ciascun figlio, cifra che infatti varia in base alla condizione economica del nucleo familiare, esemplificata appunto dall’Isee valido al momento della domande. Come detto nella scheda precedente, il governo ha stabilito che l’assegno unico debba essere garantito a ogni famiglia (“universale”) con figli a carino minori di 21 anni, anche in assenza della certificazione dell’indicatore della situazione economica. In questo caso, però, si ha diritto all’importo minimo previsto per l’assegno, ovvero 50 euro mensili. Chi avesse fatto domanda già ai primi giorni dell’anno, quando le faq dell’Inps non erano state ancora predisposte, e non avesse allegato l’Isee e se ne fosse pentito, nessun problema: si può farlo successivamente (se entro giugno, il conguaglio verrà accreditato nella mensilità di luglio) e non c’è bisogno di consegnarlo, sarà la stessa Inps a ricavarlo poi automaticamente incrociando i dati.
La domanda per l’assegno dovrà essere inoltrata ogni anno. Ma chi percepisce il reddito di cittadinanza non dovrà inoltrarla, in quanto l’assegno unico verrà pagato d’ufficio dall’Inps. Per calcolare l’ammontare dell’assegno (l’Inps ha messo online un simulatore: clicca qui), serve l’Isee, ma la presentazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente non è condizione imprescindibile per ottenere il beneficio. Quindi, si ha diritto all’assegno anche senza presentare la documentazione, ma l’importo è quello minimo. Ma attenzione: chi ha un Isee sotto i 40 mila euro ha diritto a importi maggiori dei 50 euro mensili. Per calcolare l’ammontare dell’assegno (l’Inps ha messo online un simulatore: clicca qui) serve l’Isee, ma la presentazione dell’Indicatore della situazione economica equivalente non è condizione imprescindibile per ottenere il beneficio. A chi fa domanda senza allegare la certificazione, infatti, viene assicurato comunque l’importo minimo di 50 euro mensili.
I figli 18-21enni possono fare domanda al posto dei genitori Come ha spiegato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, per fare la domanda online basta il codice fiscale. La richiesta deve essere inoltrata da un solo genitore, che dovrà indicare i dati anagrafici del coniuge (nel caso vi sia) e dei figli, oltre a quelli utili al pagamento (di entrambi i genitori in caso di ripartizione a metà dell’importo). Inoltre, occorre sottoscrivere le dichiarazioni di responsabilità e l’assenso al trattamento dati. I figli maggiorenni potranno fare domanda in sostituzione dei genitori e chiedere la corresponsione diretta della quota di assegno a loro spettante.
Come detto, l’assegno unico è riconosciuto anche alle donne incinta a partire dal settimo mese di gravidanza. La domanda però deve essere fatta solo dopo la nascita del bambino (l’assegno unico relativo al settimo e ottavo mese di gestazione verrà accreditati in una volta sola con la mensilità relativa alla nascita). Dal 1° gennaio il bonus nascita e il bonus bebè non esistono più.
Per ricevere l’assegno è necessario che il titolare del conto corrente identificato dal codice Iban specificato nella domanda sia anche il richiedente . Dunque, l’Inps non potrà accreditare l’assegno sul conto corrente di un familiare, ad esempio, ma anche di un genitore diverso da quello che ha fatto la domanda. È possibile comunque chiedere l’accredito dell’assegno unico su un conto corrente cointestato al beneficiario che ha presentato la domanda. Importante: il codice fiscale del richiedente deve essere esattamente quello che risulta all’Istituto di Credito, ovvero del titolare del conto corrente su cui si chiede l’accredito.
Fonte: ilcorriere.it
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