Dalla visita di del provveditore di Piemonte e Valle d’Aosta la conferma alle voci sul futuro della casa circondariale in attesa della ristrutturazione.
Lavori in autunno, ma prima un cambio radicale. Si preparano a essere trasferiti i detenuti del carcere di Alba per fare del «Giuseppe Montalto» – almeno temporaneamente – la Casa Lavoro piemontese.
A spiegare quanto deciso dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria è stato il provveditore di Piemonte e Valle d’Aosta, Pierpaolo d’Andria, in visita ad Alba per incontrare in Comune il sindaco Carlo Bo. Durante la riunione, a cui hanno partecipato anche l’assessore alle Politiche sociali, Elisa Boschiazzo, e i Garanti dei detenuti regionale, Bruno Mellano, e comunale Alessandro Prandi, d’Andria ha confermato le voci che si rincorrevano da mesi circa la scelta della casa di reclusione albese per istituire almeno una parte della Casa Lavoro finora gestita dal carcere di Biella, con l’arrivo di una trentina di internati (ovvero persone che hanno terminato la pena, ma per cui è stata sancita la «pericolosità sociale»). Per fare questo, occorrerà però trovare una nuova sistemazione ai detenuti – circa una quarantina – oggi reclusi nell’unico spazio operativo dell’istituto di località Toppino, in attesa che partano i lavori di ristrutturazione dell’intero edificio evacuato nel 2016 a causa di un’epidemia di legionella. Lavori già finanziati per circa 4 milioni e 500 mila euro dal ministero della Giustizia, che dovrebbero partire entro l’autunno.
«L’intervento sarà realizzato in due fasi – spiegano dal Dap -. La prima sul corpo attualmente chiuso, per poterlo riconsegnare all’uso di destinazione in via prioritaria. L’altra sulla parte oggi operativa (ad eccezione della caserma agenti e del reparto semi-liberi), meno degradata e che necessita di un intervento meno impegnativo». «Ringraziamo il provveditore D’Andria per aver accolto il nostro invito e per l’attenzione dimostrata – commentano il sindaco Bo e l’assessore Boschiazzo -. La priorità oggi è la completa riapertura della casa di reclusione, a ormai più di cinque anni dai casi di legionella. Intervenire significa evitare l’abbandono di una struttura pubblica fino ad allora ben funzionante, migliorare le condizioni dei detenuti presenti oggi nel piccolo settore riaperto e, infine, poter andare avanti con i progetti che hanno fatto del nostro istituto penitenziario una realtà esemplare».
Nei piani del Dap, il cambio tra detenuti dovrebbe avvenire entro giugno. Il Provveditorato intende coinvolgere il territorio per creare opportunità di inclusione sociale, culturale e lavorativa per i nuovi ospiti, dalle istituzioni, l’Asl e il Consorzio socio-assistenziale al terzo settore e il mondo delle imprese profit. «La responsabilità delle decisioni spetta all’Amministrazione penitenziaria – spiega il garante comunale Prandi -. Se è importante concentrarsi sulle attività che coinvolgeranno gli internati della Casa Lavoro, lo è altrettanto pensare al futuro degli attuali ospiti della casa di reclusione, ponendo attenzione al loro radicamento territoriale, visto che un numero importante è residente nell’Albese e nel Cuneese, ai percorsi trattamentali in atto e le singole situazioni sanitarie e psico-fisiche». Per il garante regionale Mellano «si è finalmente a una svolta». «L’Amministrazione penitenziaria – dice – ha annunciato un progetto d’istituto ampio per la ripartenza della casa di reclusione albese. Auspico che l’intera comunità possa essere protagonista attiva di un percorso che porti presto il “Montalto” a una nuova e piena funzionalità».
Fonte: lastampa.it