Test omosessualità a Poliziotto penitenziario di Vercelli, il Ministero della Giustizia condannato dal TAR Piemonte ha pagato il risarcimento. La sentenza del TAR Piemonte è passata in giudicato e il Ministero della Giustizia, lo scorso 4 luglio, ha pagato a titolo di risarcimento del danno la somma di €.12.762,52 comprensiva di interessi legali, all’Agente di Polizia Penitenziaria discriminato.
L’Agente in servizio presso la Casa Circondariale di Vercelli aveva dovuto rispondere in tale sede, dapprima ad una serie di domande manifestatamente “ambigue” circa il suo orientamento sessuale, poi aveva subito un procedimento disciplinare, totalmente archiviato, e nel contempo era stato addirittura inviato per accertamenti sulla personalità (sic!) presso la Commissione Medica Ospedaliera di Milano. Nei fatti un vero e proprio calvario, ad oggi mai verificatosi nella storia della Polizia Penitenziaria.
L’appartenente al Corpo si era, quindi, rivolto sindacato OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) nella persona del Vice Segretario Generale Gerardo ROMANO, stante anche lo stato di isolamento subito per mesi nella sede penitenziaria di Vercelli, soprattutto durante la consumazione dei pasti presso la locale mensa di servizio ed continuo ricevere epiteti gratuiti quali quello di “frocio”.
Per tali motivi si era reso necessario fornirgli assistenza legale e morale, ma a detta dello stesso sindacato, ben oltre il risarcimento ricevuto, permane la gravità di accuse “ingiuste, anacronistiche e degne di un clima da Santa inquisizione”.
Alle tante incongruenze e incapacità constatate negli organi dell’Amministrazione come anche affermato dal Segretario Generale dell’OSAPP Leo BENEDUCI, unitamente alle tante, troppe, incapacità organizzative e gestionali ed alla attuale ed assoluta inadeguatezza dell’Amministrazione, anche alla luce degli innumerevoli eventi tragici che stanno funestando le carceri, compresi i 55 suicidi nei detenuti e i 6 poliziotti penitenziari in poco più di 6 mesi, non avremmo mai ritenuto di dover aggiungere anche quello dell’omofobia”.
Ci aspettiamo adesso, concludono nel Sindacato che senza ulteriori ritardi vengano assunti severi provvedimenti nei confronti dei responsabili tuttora impiegati in compiti di responsabilità e che anche i vertici politici del dicastero della Giustizia, ad oggi eccessivamente silenziosi rispetto alla triste vicenda, prendano finalmente posizione.