Sono stati recapitati stamattina con la posta due proiettili inviati a Elena Bonu, giudice che aveva respinto la richiesta di misure alternative all’attivista e portavoce dei No Tav, Dana Lauriola, che nei giorni scorsi è andata in carcere. La busta è stata spedita al tribunale di sorveglianza. Gli investigatori della Digos sono al lavoro. Alla giudice è arrivata la solidarietà del leader leghista Matteo Salvini: “La mia solidarietà e vicinanza al giudice Elena Bonu: ogni atto di intimidazione, minaccia e violenza va sempre condannato”.
La busta che conteneva i due proiettili calibro 9×21 non ha mittente né un messaggio di rivendicazione ma sembra evidente il collegamento con la lotta contro l’alta velocità che ha caratterizzato la militanza di Dana Lauriola, condannata a due anni di carcere per aver partecipato a una manifestazione in cui al grido di “Paga Monti” erano state alzate le sbarre al casello dell’autostrada Torino-Bardonecchia e fatto passare le auto senza pagare il pedaggio.
Una giudice “conosciuta per il suo sadismo”. Così un sito antagonista, alcune settimane fa, definiva Elena Bonu, il magistrato del tribunale di sorveglianza di Torino cui è stata indirizzata una busta con proiettili. Il testo era un commento alla decisione di non concedere a Dana Lauriola misure alternative alla detenzione dopo una condanna.
“Che noia. Puntuale come una cambiale arriva la busta con il proiettile, un rituale inutile e prevedibile che ci annoia a livelli incredibili”. Con questo intervento sui social il movimento No Tav prende le distanze dall’invio di una busta con proiettile a un giudice del tribunale di sorveglianza di Torino. “Ci annoiano – è il testo – i fantomatici postini al pari dei giornalisti che dopo tutto questo tempo fanno ancora articoli sulla busta e sul calibro. Ci sarebbe da ridere se non fosse la noia a prevalere in queste situazioni”.
Fonte: torino.repubblica.it