Una sigaretta accesa sotto un cartello di divieto. È questo che fa notizia? Mentre i direttori fumano indisturbati nei loro uffici e nelle auto di servizio, le nostre carceri vanno letteralmente in fumo. La sigaretta del sottosegretario Del Mastro è una bazzecola rispetto all’incendio che divampa ogni giorno dietro le sbarre. “Almeno Del Mastro prova ad esserci,” tuona Leo Beneduci, Segretario Generale dell’OSAPP. “Mentre al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria sembrano più interessati a contare le nuvolette di fumo che a spegnere i veri incendi.” Il problema non è una sigaretta accesa dove non si dovrebbe. Il problema è un sistema che si sta consumando dall’interno, e nessuno sembra accorgersene. “Al DAP fanno errori su errori,” denuncia Beneduci. “Pensano che l’antisommossa sia un guscio protettivo e che un vademecum possa sostituire una vera strategia. È come cercare di fermare un’alluvione con un ombrello.” Mentre ci scandalizziamo per un mozzicone, ignoriamo il vero dramma: detenuti che entrano come agnelli e si trasformano in lupi feroci. “Com’è possibile,” si chiede Beneduci, “che individui che non oserebbero toccare un carabiniere per strada mettano a ferro e fuoco interi reparti? E al DAP nessuno si fa questa domanda?” Il Dipartimento sembra più preoccupato di fornire nuovi scudi che di capire perché questi scudi siano necessari. “È come se in un ospedale, di fronte a un’epidemia, ci si preoccupasse solo di comprare più bare invece di cercare una cura,” sbotta il Segretario Generale dell’OSAPP. La sigaretta di Del Mastro? Una sciocchezza rispetto al dramma quotidiano. Ma forse, proprio come quella sigaretta, è un sintomo di quanto sia facile perdere di vista le regole una volta entrati nel mondo carcerario. “Non condanniamo Del Mastro per una sigaretta,” afferma Beneduci. “Condanniamo un sistema che ha perso la bussola, dove l’eccezione è diventata la norma e dove la vera pena la scontano gli agenti penitenziari, costretti a navigare in un mare di contraddizioni.” È ora di andare oltre le polemiche superficiali e affrontare i veri problemi. Abbiamo bisogno di un Dipartimento che capisca che l’antisommossa non è un guscio protettivo, ma l’ultimo disperato rimedio a un sistema fallimentare. Abbiamo bisogno di dirigenti che, invece di nascondersi dietro vademecum e circolari, scendano in trincea per capire la vera natura del problema. “La sigaretta di Del Mastro? Può spegnerla,” conclude Beneduci. “Ma chi spegnerà l’incendio che divampa nelle nostre carceri? Chi si occuperà del vero fumo, quello che ogni giorno soffoca agenti e detenuti in un sistema al collasso?” È tempo di smetterla di guardare il dito che indica la luna. La vera emergenza non è una sigaretta accesa dove non si deve, ma un sistema penitenziario in cui i vertici si autoproclamano esperti che anche durante l’emergenza hanno diritto alle ferie. Se non agiamo su loro ora, sostituendoli, presto non ci sarà più nulla da salvare.
Leo Beneduci – Segretario Generale OSAPP
Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria