Sabato 2 giugno, presso il carcere di Melfi, si è scatenata una giornata di fuoco a causa della mancanza di acqua potabile. Nonostante le rassicurazioni e gli avvisi precedenti, alcuni detenuti, principalmente quelli appartenenti alla 1° e 4° Sezione, hanno dato vita a una protesta caratterizzata da battiture e minacce contro i Poliziotti penitenziari, annunciando che non sarebbero rientrati nelle loro celle dopo il periodo di socialità se non fosse stato ripristinato l’approvvigionamento idrico.
L’episodio ha coinvolto un totale di 191 detenuti Alta Sicurezza 3, con soli 10 Agenti in servizio a fronteggiare la situazione.
Nonostante l’assalto dei detenuti nella 4° Sezione, che ha portato all’accerchiamento di sette Poliziotti, grazie alla loro alta professionalità è stato possibile farli rientrare in cella senza ulteriori incidenti.
Tuttavia, nella 1° Sezione, più di 15 detenuti hanno opposto resistenza e si è faticato a riportarli nelle loro celle. Due detenuti sono volutamente rimasti all’esterno per tutta la notte a causa delle tensioni in corso.
Le proteste hanno preso forma con la battitura delle inferriate fino a tarda sera, mentre alcuni detenuti continuavano a minacciare gli Agenti e ad incitare al caos i detenuti della Sezione.
La situazione è stata affrontata con il massimo impegno ed estrema professionalità dal Personale di Polizia Penitenziaria, ma la mancanza di acqua potabile ha innescato una serie di reazioni che hanno creato un stato di grande tensione all’interno del carcere di Melfi.
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