È avvenuto oggi, intorno alle ore 15, nel Carcere di Avellino, una violenta colluttazione tra detenuti all’esterno dell’ufficio del Coordinatore del Reparto “protetti”. L’episodio è stato preceduto da un tentativo di aggressione ai danni di un Sacerdote volontario presente nella struttura, fortunatamente sventato grazie all’intervento tempestivo e professionale del Personale di Polizia Penitenziaria. Durante l’azione di contenimento dei detenuti, finalizzata a ripristinare l’ordine all’interno della sezione detentiva, due Agenti di Polizia Penitenziaria e l’Ispettrice Coordinatrice di Reparto sono rimasti feriti. In particolare, l’Ispettrice è stata colpita alla testa nella zona auricolo-temporale con una stampella canadese. Attualmente, i due Agenti e l’Ispettrice sono stati accompagnati presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale locale, dove sono ancora in corso accertamenti approfonditi per valutare la gravità delle lesioni riportate durante le aggressioni. L‘Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria (OSAPP) evidenzia che il Carcere di Avellino ha superato la quota dei 600 detenuti, con una carenza di Personale del Corpo di Polizia Penitenziaria di oltre 60 unità. Il fenomeno del sovraffollamento carcerario è ormai una realtà consolidata nelle carceri italiane, come evidenziato anche nel caso specifico del Carcere di Avellino. Qui convivono detenuti di varie etnie e altri appartenenti a differenti reti criminali, con il conseguente aumento di episodi violenti, risse e scontri. Nonostante il Personale di Polizia Penitenziaria continui a ripristinare l’ordine e la sicurezza nelle sezioni detentive “in agitazione”, spesso ne esce con lesioni sempre più gravi. L’OSAPP, pur non conoscendo ancora i giorni di prognosi per i due Agenti di Polizia Penitenziaria e le condizioni della Coordinatrice di Reparto, solleva una domanda fondamentale all’Amministrazione Penitenziaria: fino a che punto sarà necessario arrivare prima di dotare il Personale di Polizia Penitenziaria di strumenti come body-cam e taser? Ribadiamo che questi dispositivi, di cui sono già dotate le Forze di Polizia europee, potrebbero fungere anche da deterrente contro aggressioni sempre più violente e gravi, contribuendo a proteggere la sicurezza sia dei detenuti che del Personale penitenziario.
Redazione OSAPPOGGI.it