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Violenze in carcere – Esposto DAP: violata la privacy degli indagati, “eccessi mediatici”

La ministra Cartabia chiama il presidente dell’Ordine dei giornalisti. Intanto dall’indagine spunta la manomissione dei video delle telecamere interne, con il coinvolgimento dei massimi funzionari dell’amministrazione penitenziaria in Campania.

La Ministra della Giustizia Marta Cartabia ha avuto una telefonata con il presidente dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna dopo la pubblicazione su alcune testate locali dei dati personali di tutti gli indagati per i fatti di Santa Maria Capua Vetere.

I vertici del Dap, Bernardo Petralia e Roberto Tartaglia, preannunciano inoltre un esposto al Garante della privacy e hanno già manifestato la propria preoccupazione per questi eccessi mediatici, in una telefonata con i Prefetti di Napoli e Caserta.

L’indagine Tra gli episodi di depistaggio emersi nell’indagine sulle violenze nei confronti dei detenuti commesse dagli agenti della Penitenziaria al carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), secondo l’accusa ci fu anche il tentativo di modificare i video delle telecamere interne per falsare la rappresentazione della realtà del 6 aprile 2020, giorno dei violenti pestaggi. Protagonisti, come emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, i massimi funzionari dell’amministrazione penitenziaria in Campania, ovvero l’allora comandante Pasquale Colucci e il Provveditore campano Antonio Fullone, il primo ai domiciliari, il secondo sospeso.

Lo scopo della manomissione era giustificare la perquisizione straordinaria del 6 aprile, legandola in modo indissolubile, come fosse una diretta conseguenza, alla protesta dei detenuti del giorno prima. Il Gip evidenzia come Colucci acquisisca “indebitamente su mandato di Fullone, il 9 aprile 2020, cinque spezzoni delle video-registrazioni operate in data 5 aprile e relative alla protesta per barricamento”.

Colucci, prosegue il Gip, invia i video “attraverso applicativo WhatsApp a Fullone nella stessa data e, a Massimo Oliva (sospeso, ndr), demandandogli l’alterazione mediante eliminazione dell’audio (“Mi togli l’audio?”) nonché l’alterazione della data e dell’ora di creazione, in modo da renderla coerente con quanto riportato nella sua falsa relazione del 6 aprile 2020 e simulare di aver visionato, in tempo reale, ed acquisito gli spezzoni del video – in data 5 aprile – nel corso delle proteste per barricamento, così artefacendo, con autonoma prova documentale, l’evento per giustificare in modo postumo la perquisizione del 6 aprile 2020 e le violenze avvenute nella medesima data”. “Una volta alterati gli spezzoni del video – prosegue il gip – Colucci li consegnava a Francesca Acerra (Commissaria della Penitenziaria sospesa dal servizio, ndr), la quale inviava nella chat di gruppo (composta da Acerra, Colucci, Fullone e..) due dei 5 spezzoni di video, privi dell’audio che riprendevano le proteste dei detenuti”.

Gli spezzoni dei video finiscono in un cd-rom che Colucci consegna ad Acerra, e questa a sua volta li consegna ai carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere a cui sono state delegate le indagini. Quel cd-rom Fullone lo produsse anche nel corso dell’interrogatorio reso agli inquirenti il 10 luglio 2020, nonostante “fosse consapevole dell’alterazione”.

Lo striscione Intanto, su un cavalcavia di Roma, secondo quanto riferito in ambienti della polizia penitenziaria, è stato trovato uno striscione con il simbolo di un movimento anarchico con scritto: “52 mele marce? Abbattiamo l’albero!”.

Lo striscione, secondo quanto si è appreso, è stato poi successivamente rimosso. La frase, minacciosa, ha destato forte preoccupazione in agenti della Polizia Penitenziaria che hanno riferito del fatto. Lo striscione fa riferimento ai 52 poliziotti penitenziari destinatari di misure cautelari emesse per i pestaggi dei detenuti avvenuti il 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta).

Cartabia sente i vertici dell’Ordine dei giornalisti La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha avuto una telefonata con il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, dopo la pubblicazione, su testate locali, di dati personali di tuti gli indagati per i fatti di Santa Maria Capua Vetere.

E’ quanto si apprende da fonti di via Arenula. I vertici del Dap, Bernardo Petralia e Roberto Tartaglia, proseguono le fonti, preannunciano un esposto al Garante della privacy e hanno già manifestato la propria preoccupazione per questi eccessi mediatici, in una telefonata con i Prefetti di Napoli e Caserta.

 

 

 

Fonte: rainews.it

 

 

 

Redazione OSAPPoggi

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