Ci sono attività che non è possibile fare neanche sui social media, ovviamente di una particolare gravità sociale e penale.
Spesso l’utilizzo del social network Whatsapp viene rappresentato come un monito di libertà e di connessione sociale.
Rappresenta quell’upgrade del nostro modo di comunicare che ha portato a poter parlare facilmente con gente in ogni angolo del pianeta.
Ma cosa succede se si commettono delle azioni irregolari e talvolta criminose tramite questo social? Vi sono delle conseguenze particolari?
Ovviamente si, come per tutto, anche compiere azioni che possono ledere la libertà e l’identità altrui tramite whatsapp, può portare a severe punizioni.
Le azioni di cui parleremo sono in particolare tre e sono tutte di natura davvero meschina.
Partiamo con il famoso revenge porn che sta spopolando tra i giovani non solo su Whatsapp, ma anche su social più difficilmente rintracciabili e criptati come Telegram.
Si parla di revenge porn, ovvero di “porno per rivincita” quando vengono pubblicate da qualcuno immagini intime o di nudità di una terza persona senza che questa ne sia a conoscenza.
Questa modalità è combattuta ampiamente ed è un’azione che viene considerata molto grave, soprattutto se effettuata su gruppi di più persone: può portare infatti alla condanna sia dell’amministratore del gruppo, sia dei membri che hanno postato le foto oscene.
Altro caso poco etico è il creare profili whatsapp spacciandosi per un’altra persona. Questa modalità è anche molto usata, spesso con fini non gravi, ma spesso anche per fare del male alla persona stessa o per utilizzare la sua identità con finalità criminali.
Infine vi sono i messaggi di odio verso altre religioni o etnie. Su questo fattore non servono certamente molte spiegazioni, ma la rivoluzione socio-culturale che stiamo vivendo nel XXI° secolo certamente contribuisce ad aumentare la lotta per la libertà personale che sia di culto o per quelle minoranze etniche che spesso in passato hanno sofferto situazioni di vera tortura. Ledere questo è certamente ledere i diritti umani, anche che sia tramite uno schermo di cellulare.
Fonte: contocorrenteonline.it
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